Autonomia del Veneto, sgambetto 5Stelle: «Richieste irrealizzabili»

Venerdì 14 Settembre 2018 di Paolo Calia
Stefano Buffagni, Movimento 5 Stelle
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VENEZIA - Il Movimento 5 Stelle si mette di traverso sulla strada per l'autonomia del Veneto. Il siluro arriva direttamente da Stefano Buffagni, sottosegretario pentastellato agli Affari Regionali. Ieri, durante l'audizione a Milano davanti alla commissione consiliare per le Autonomie a Palazzo Pirelli, sede del governo regionale della Lombardia, non è stato tenero con il governatore Luca Zaia: «La richiesta del Veneto di ottenere tutte le 23 materie trasferibili nell'ambito della trattativa sull'autonomia con il Governo risulta essere molto irrealizzabile», ha scandito. E poi ha rincarato la dose: «L'obiettivo è raggiungere l'intesa sull'autonomia con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna entro l'anno, ma la proposta del Veneto di una legge-delega, secondo il Governo, non è la modalità corretta per raggiungere il risultato». 

IL CONFRONTO Tanto per rigirare il coltello nella piaga, Buffagni ha rimarcato che invece la richiesta presentata dalla Lombardia «è fatta molto bene» e precisato poi che l'interesse del Governo «è di fare in fretta e accelerare», che sono in corso «riunioni tecniche sui temi istruzione, lavoro, protezione civile e salute» e che sono già stati programmati incontri tecnici con gli assessorati regionali competenti lombardi e veneti. Ma quella richiesta fatta da Zaia di avere sotto controllo tutte e 23 le materie trasferibili alle regioni, proprio non gli va giù: «Ho detto anche al presidente Zaia che la sua richiesta sta mettendo in difficoltà tutto il percorso - ha rimarcato Buffagni - il Veneto sta comunicativamente forzando molto la mano per richiedere le 23 materie. Tuttavia io ribadisco che ciò risulta essere molto irrealizzabile». E ha citato anche degli esempi: «Per le grandi reti di trasporto energetico non ha senso che ci sia l'esclusività della Regione».

IL MINISTRO Una presa di posizione così forte ha ovviamente sollevato reazioni risenite dal fronte kleghista, a cominciare dal ministro agli Affari Regionali Erika Stefani, che ha bonariamente bacchettato il suo sottosegretario: «Sono certa che Buffagni sia stato interpretato e forse frainteso perché in base all'articolo 116 terzo comma, che richiama l'articolo 117, le regioni sono legittimate a chiedere competenze: tutte e senza preclusioni. Lo dice la Costituzione, non io. Noi stiamo lavorando in questo senso rispettando per altro il contratto di governo». 

L'AFFONDO Per niente bonario invece l'intervento di Nicola Finco, presidente del gruppo consiliare regionale della Lega: «I cinquestelle da sempre sono assistenzialisti e centralisti e forse il sottosegretario Stefano Buffagni prima di parlare dovrebbe confrontarsi con il ministro Stefani -ha replicato - Due milioni e mezzo di veneti ci hanno dato un mandato chiaro. Noi al momento chiediamo tutte e 23 le materie e adesso spetta a Roma dare una risposta al territorio, secondo quanto previsto dalla Costituzione». La questione dell'Autonomia e delle materie che passeranno alla Regione rischia di diventare un casus belli molto pericoloso: «Mi stupisce che sia proprio Buffagni, lombardo, a fare queste osservazioni. Con l'Autonomia non stiamo giocando, abbiamo avuto un chiaro incarico da parte dei veneti per trattare con Roma. E ricordo che in Veneto il Movimento 5 Stelle ha lavorato per l'Autonomia. Molto probabilmente il sottosegretario starà subendo qualche pressione dagli esponenti del Movimento votati nel meridione e che non vedono bene questo percorso. Ma che decidano in fretta cosa fare: se salta l'Autonomia che senso ha rimanere al governo con i 5 Stelle? Io di loro non mi sono mai fidato, sono peggio della Sinistra. Noi andremo avanti per la nostra strada».
 
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