Maila e il suo inferno in casa: «L'8 marzo per me non è festa»

Giovedì 9 Agosto 2018 di Angela Pederiva (ha collaborato Diego Degan)
Maila Beccarello, il luogo dell'omicidio e Natalino Boscolo
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VENEZIA - Autopsia di un amore malato. Sezionati sul tavolo del paese e dei social, e ricomposti con il senno di un tragico poi, eccoli qua i pezzi di un rapporto tossico: le illusioni e le delusioni, i ricatti emotivi, gli alti altissimi e i bassi bassissimi, l'apparente normalità esibita in pubblico, la devastante angoscia nascosta nel cuore.

MAILA, AMMAZZATA DI BOTTE Brutale omicidio a Cavarzere: marito ammazza la moglie massacrandola di pugni
TUTTI SAPEVANO Maila, i lividi in faccia: «Tutti sapevano che lui la picchiava»
LA ZIA «Maila lo proteggeva, tornava sempre da lui»



LA CASA DELL'ORRORE -
LE IMMAGINI 


Tutto raccontato, ma più spesso dissimulato, attraverso un diluvio quotidiano di foto, aforismi, vignette, parole. Come quelle di un anno e mezzo fa, che a rileggerle adesso suonano come un doloroso e sinistro presentimento: «Io la festa delle donne non la festeggio, per me non è nessuna festa della donna. In memoria di tutte quelle povere donne uccise da chi diceva di amarle».
 

 

 
DOPPI PROFILI
Così scriveva Maila Beccarello, sulla propria pagina Facebook, tre giorni prima dell'8 marzo 2017. Una ricorrenza che Natalino Boscolo, sulla sua bacheca digitale, quest'anno onorava con un'immagine di mimose: «Un omaggio a tutte le donne del mio profilo». Maila però non c'era, fra gli amici di Natalino. Così come Natalino non c'era, fra gli amici di Maila. Una vita reale, condivisa nell'abitazione di Cavarzere, lui costretto da tredici mesi alla detenzione domiciliare e lei condannata a una convivenza che si rivelerà letale. E poi due esistenze virtuali, un paio per ciascuno, tante quanti gli account attivati sul social network. Maila in uno si presentava come un'ex parrucchiera che ha frequentato l'Ipsia, risiede a Lecce ed è separata, mentre nell'altro come una divorziata di Mestre, che ha vissuto negli Stati Uniti e ha solo la terza media. Natalino invece dichiarava in entrambe le versioni di essere un single originario di Chioggia, anche se in caso diceva di lavorare per un'impresa e nell'altro di stare nel management dell'import-export. 

LA FAMIGLIA
La verità è che la coppia viveva nella casa e con la pensione di Marilena, madre adorata di lei: «Mamma avrò sempre cura di te, se ci fosse papà anche di lui». Del resto per Maila la famiglia veniva prima di tutto («Vivo per lei», annotava accanto al link della canzone di Andrea Bocelli), ma in quel concetto non includeva mai il marito, sposato nel 2011 come ricordava lo scatto in abito bianco abbracciata al padre, morto 23 anni fa e sempre rimpianto. I baci sul pancione della sorella Alice, in attesa del piccolo Niccolò: «Cuore di zia, già comincio a viziarti e nascerai a settembre». L'attaccamento al fratello Alessandro: «Mio cuore, ti amo». L'affetto per la cugina: «Tvb». E poi la passione per i suoi cani: «Le uniche persone che non mi volteranno mai le spalle e non mi tradiranno mai, fedeli fino all'ultimo».

I SENTIMENTI
Tradimento e fedeltà, pensieri ricorrenti nella quotidianità di Maila, fra un annuncio di impiego e l'altro («Cerco lavoro come lavapiatti, baby-sitter e badante», aveva fatto sapere per due volte negli ultimi venti giorni): «Non si può obbligare nessuno ad amarti se nel cuore ha un'altra persona»; «Nel gran gioco della vita vince chi non perde il cuore»; «Avrai trovato la persona giusta quando non si dovrà elemosinare nulla ma ti darà tutto prima che tu lo possa chiedere»; «Nella vita mi piace scherzare ma mai con i sentimenti altrui»; «Non è la rabbia ad uccidere i rapporti, ma la stanchezza. Se mi stanco, mi hai perso». Ma nonostante tutto Natalino non l'ha mai perduta fino in fondo: mai una denuncia, mai una fuga da quell'inferno. «La vita ci dà brutte cose, ma si tira avanti», confidava la donna un anno fa, quando il patteggiamento da scontare in casa era diventato la pena di tutti e due: «La libertà è come l'aria: si vive nell'aria; se l'aria è viziata, si soffre; se l'aria è insufficiente, si soffoca; se l'aria manca, si muore».

I SEGNI
Maila è morta ieri mattina, massacrata di botte da Natalino.
Un'amica barista ricorda che la settimana scorsa la 37enne era entrata nel suo locale con un cappello a tesa larga e due grandi occhiali da sole, incapaci però di celare i lividi sul volto: «Non era la prima volta che la vedevo con gli occhi gonfi o con dei segni sul viso, ma lei non ha mai detto nulla». Conferma il pizzaiolo del paese: «Che lui la picchiava, lo sapevano tutti. Ma lei non si è mai confidata, non ha mai raccontato a noi queste cose». La zia Loretta Favaron non si dà pace: «Non ci ha mai detto nulla di cosa stesse accadendo, ha sempre protetto quel maledetto. E lui ce l'ha portata via». Inquietante, a vederlo ora, è l'ultimo stato dichiarato dal 35enne su Facebook, tre ore prima della mattanza: «Impaziente». Ora sono gli altri a non trattenersi: «Mostro stai bene morto».

Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 09:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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