Provocò la morte dell'amica:
ora è libero di espatriare

Lunedì 6 Agosto 2018 di Lauredana Marsiglia
Barbara Durastante, la vittima
7
BELLUNO - Sarebbe dovuto scattare l'arresto immediato per Evandro Gonsalves Galhardo, 39 anni, brasiliano, accusato di omicidio stradale per aver provocato la morte di Barbara Durastante, 42 anni, la sera del 19 dicembre 2017. Entrambi risiedevano a Belluno, a Borgo Pra. L'uomo aveva un tasso alcolico di 3 grammi per litro, contro lo 0.50 consentito. Invece Gonsalves ha dribblato la magistratura bellunese facendo perdere le proprie tracce. Sparito dalla circolazione, come era facile prevedere. Le notifiche della procura inviate al suo vecchio indirizzo sono tornate al mettente. Rischiava dagli 8 ai 12 anni di carcere per quel drammatico incidente mortale.

L'ESPATRIO. Il brasiliano, sempre rimasto a piede libero, nonostante la gravità del reato, pare sia tornato nel suo paese di origine, in Brasile, dal quale difficilmente farà rientro in Italia, pena un processo che rischia di costargli una lunga carcerazione. Difficile, se non impossibile, la strada dell'estradizione, sempre che la magistratura bellunese intenda seguire questo iter.

L'INCIDENTE. Galhardo era alla guida di una Fiat Uno, con a suo fianco la giovane donna, quando in in via Vittorio Veneto si schiantò contro un platano provocando la morte di Barbara.
Quella sera non scattarono le manette come previsto dalla normativa. Il brasiliano era stato ricoverato in gravi condizioni, anche se non in pericolo di vita. Impossibilitati a sottoporlo all'alcoltest, per le sue condizioni di incoscienza, vuoi per l'alcol vuoi per i colpi subiti nell'urto, fu semplicemente sottoposto ad un prelievo ematico. Ma le analisi non seguirono una procedura d'urgenza, come forse la situazione avrebbe richiesto, ma quella normale, arrivando sul tavolo del magistrato 24 ore dopo lo schianto avvenuto verso le 21 di una domenica sera. Successivamente venne dimesso, ma contro di lui non venne mai presa alcuna misura restrittiva, lasciandolo libero. E così, nelle settimane scorse, ha fatto i bagagli e ha preso un volo, lasciando dietro di sè un oceano. One way ticket.

L'INCHIESTA. Il fascicolo resta in piedi sempre a suo carico, ma sarà probabilmente un processo ad un fantasma, ammesso che il processo si faccia. Perché la normativa prevede che l'imputato ne sia a conoscenza. Insomma, bisogna capire dove si trovi per procedere con le notifiche degli atti. Vattelapesca! Il sostituto procuratore Simone Marcon, che ha coordinato le indagini eseguite dai carabinieri, conferma la sparizione del soggetto, spiegando che non c'erano le condizioni per procedere con l'arresto immediato, proprio per il ritardo con cui sono arrivati gli esiti delle analisi.
 
Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci