Tragedia in laguna. Ivan, l'investitore sotto choc: «Non li ho visti, erano senza luce»

Domenica 5 Agosto 2018 di Giorgia Pradolin e Tomaso Borzomì
Ivan Bastasin
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VENEZIA - Una serata di festa da una parte, una battuta di pesca dall'altra. Entrambe si sono trasformate in tragedia quando l'Open di Ivan Bastasin ha falciato la barca con a bordo i due pescatori di Castello, Renzo Rossi e Natalino Gavagnin. Con il 28enne, che lavora come sostituto gondoliere, c'erano altri tre amici, un ragazzo e due ragazze. Erano di ritorno da una cena sull'isola delle Vignole e ora saranno le indagini a stabilire cosa sia accaduto in quel canale, tra l'isola di Sant'Andrea e l'aeroporto Nicelli.  La dinamica è da ricostruire nei dettagli, ciò che si dà per scontato è che la velocità dell'Open non poteva certo essere moderata. A sua discolpa il gondoliere ha però sostenuto, fin dall'inizio e anche davanti al figlio di una vittima, di non aver visto la barca dei pescatori perché questi sarebbero stati senza luce.

 
Secondo il racconto di Graziano Vecchiato, un pescatore testimone accorso sul posto poco dopo l'incidente, (ne riferiamo nel fascicolo nazionale), l'Open era senza targa e il 28enne pilota è apparso sotto choc, fin da subito ha balbettato la tesi: «Non li ho visti, io ho girato, erano senza luci».
LA TARGAUn giallo, quello della targa, che va chiarito. Perché pare consuetudine, per chi va con i barchini, nasconderla per non essere individuati e rischiare così una pesante multa in caso di elevata velocità. Multa ridotta se, una volta fermati, si mostra che la targa, anche se non fissata, è comunque in barca.
L'ipotesi, secondo quanto Vecchiato ha potuto vedere dai danni, è che il motoscafo con il motore da 150 cavalli sfrecciasse a gran velocità, tanto da essersi schiantato sopra alla barca. L'Open era ben illuminato, non è chiaro infatti perché due pescatori esperti come Rossi e Gavagnin non si siano gettati in acqua vedendo arrivare la barca a gran velocità verso di loro: forse non si sono accorti di nulla, oppure hanno urlato per mettere in guardia il pilota, ma questo non li ha sentiti. Fatto sta che la scena, dopo l'impatto, era delle più atroci.
I SOCCORSIGavagnin, in seguito al colpo, è finito in acqua con un taglio lungo la testa, mentre Rossi giaceva riverso a poppa con la testa a pelo d'acqua. Aveva uno squarcio sul lato destro del corpo, da cui il testimone ha notato che fuoriuscivano i polmoni. Era però ancora vivo, muoveva gli occhi, respirava. Dopo che Vecchiato ha chiamato i soccorritori e le forze dell'ordine, l'attesa è stata delle più dure. Tanto che i giovani avrebbero chiesto al testimone di poter allontanarsi per portare a terra le due ragazze, perché queste si sentivano male. Comprensibilmente, vista la scena. Ma Vecchiato ha negato loro questa possibilità, vista la gravità dell'accaduto, dovevano prima arrivare le forze dell'ordine. 
LA FAMIGLIA, IL LEGALE
La tragedia di venerdì sera ha avuto un impatto notevole sulla famiglia di Bastasin.

Al telefono i familiari del ragazzo hanno ricostruito la dinamica dell'episodio, raccontando quanto accaduto a partire dalla notte passata in Capitaneria nella notte tra venerdì e sabato. Dopo una cena alle Vignole, i giovani si trovavano nel canale che dall'isola di Sant'Andrea porta verso Sant'Elena. Poi, in seguito all'impatto, i quattro sono stati portati al pronto soccorso dove sono stati effettuati gli esami del caso, risultando negativi, come riferisce l'avvocato Renato Alberini: «Ho parlato al telefono con la famiglia del ragazzo, mi hanno chiesto se fossi disponibile a occuparmi del caso e ho accettato. Per ora però non so molto, se non che alcol test ed esami siano risultati tutti negativi». Sulla dinamica l'avvocato preferisce non esporsi: «Incontrerò la famiglia domani (oggi, ndr) e chiariremo la dinamica. Per ora preferisco attendere le valutazioni della Capitaneria di Porto che sta svolgendo le indagini e della Procura della Repubblica, perché anche sull'alta velocità non c'è ancora chiarezza. Il fatto che il giovane si trovasse alla guida di un'imbarcazione, e non un motoscafo, con un motore da 150 cavalli in un canale dove spesso non si rispettano i limiti non significa che stesse usando tutta la potenza disponibile». Alberini ha quindi raccontato come la famiglia viva il momento: «Posso confermare che c'è grande choc all'interno della famiglia, la tragedia ha avuto un grosso impatto e proprio per questo ho preferito attendere un giorno prima di incontrarli».

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