C’era una volta un oggetto volante che si chiamava “space shutttle”: era una navetta spaziale che durante la guerra fredda i Russi avevano costruito per far sapere a chi di dovere che loro progressi spaziali erano “temibili”. La prima navetta mandata in orbita – senza equipaggio - per un viaggio “dimostrativo” (non aveva altro fine) si chiamava Buran (che in russo significa tempesta di neve e nel dialetto del Veneto orientale, bufera!) ed ebbe vita brevissima. Cadde su un’area sperduta, il relitto venne sistemato dapprima in un hangar abbandonato e poi – distrutto l’hangar dal tempo e dall’incuria - restò tra erba e cespugli tra i quali tante, tantissime rose.
La “fiaba” del Buran ha suggerito ai cervelli creativi di Goose Tech per il prossimo autunno-inverno una collezione di giubbotti in tessuti tecnici ad alta tenuta, dalla trama visuale e tattile e cachemire, doppiati in pile per assicurare il massimo comfort, poliesteri resinati wind-stop e water repellent per affrontare anche il “burian” più ostile. Inserti di alpaca applicati come dècor in realtà rendono anche più confortevole la sahariana invernale di Goose.
Il famoso “buran”, lo shuttle russo in legno che finì sepolto dalle rose, ha ispirato motivi singolari, disegni piacevoli e un ripasso anche alla storia che abbiamo dimenticato. La sagoma della vecchia space-shuttle russa è riportata anche come ricamo in fili argentati e colorati, o di bronzo, sul velluto di maxi-patch. Oppure in formula policroma sui nuovissimi piumini dai colori sorbetto: latte-menta, bianco ottico, corallo fluo, lilla cangiante, arancio becco d’oca, pink e giallo fluo, pavone, blu e moka. Non manca un cenno alle rose campite su blouson originalissimi e su giacconi metropolitani.
Un capo prezioso? Il parka di gabardine resinato in patchwork di visone black, brown e bianco.
Ultimo aggiornamento: 02:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi