La corte d'Assise d'appello di Milano ha condannato a 9 anni Maria Giulia “Fatima” Sergio, confermando così la pena inflitta in primo grado alla prima foreign fighter italiana. Confermate anche per gli altri imputati le pene inflitte in primo grado, tra cui 10 anni al marito di Fatima, l'albanese Aldo Kobuzi.
Il suo era un «fanatismo convinto» ed aveva avuto un «ruolo fortissimo» nel convincere i suoi familiari, madre, padre, entrambi morti, e sorella a partire per la Siria per raggiungere i territori dell'Isis.
Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 14:36
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il suo era un «fanatismo convinto» ed aveva avuto un «ruolo fortissimo» nel convincere i suoi familiari, madre, padre, entrambi morti, e sorella a partire per la Siria per raggiungere i territori dell'Isis.
E poi, come emerge dalle intercettazioni, aveva aderito all' «organizzazione criminale» che aveva tra gli obiettivi di «uccidere i miscredenti» in qualsiasi parte del mondo fossero, anche con il sacrificio del «martirio». Lo ha detto durante la sua requisitoria il sostituto pg Nunzia Ciaravolo, parlando di Maria Giulia “Fatima” Sergio, la prima foreign fighter italiana, che risulta latitante e di cui ha chiesto alla Corte d'Assise d'Appello la conferma a 9 anni di carcere inflitti in primo grado. Il pg aveva chiesto anche la conferma delle pene inflitte dalla Corte d'Assise per i coimputati: 10 anni per il marito di Fatima, l'albanese Aldo Kobuzi, 9 anni per l' “indottrinatrice” Haik Bushra, e 8 anni per Donika Coku e Seriola Kobuzi (anche loro sarebbero in Siria), madre e sorella di Aldo Kobuzi. La difesa aveva chiesto l'assoluzione.