«Mi ammazzo»: manda un messaggio alla fidanzata e poi prende la pistola

Mercoledì 13 Giugno 2018 di Cesare Arcolini
«Mi ammazzo»: manda un messaggio alla fidanzata e poi prende la pistola
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PONTELONGO - Voleva farla finita, profondamente segnato dalla depressione e dal male di vivere. A salvarlo è stato un perfetto gioco di squadra tra la sua compagna, il carabiniere della centrale operativa di Piove di Sacco e due militari del nucleo radiomobile che sono corsi sul posto: dopo un conciliabolo interminabile e ricco di tensione sono riusciti a convincere l'uomo con istinto suicida a farsi aiutare. L'allarme è scattato nei giorni scorsi. E' stata la fidanzata di un trentenne della Saccisica a contattare il 112. All'operatore della centrale operativa ha riferito di aver ricevuto un messaggio WhatsApp nel quale il suo uomo chiedeva scusa ed era pronto a togliersi la vita. Mentre  l'operatore del 112 acquisiva più informazioni possibili sulla persona in difficoltà, una pattuglia del radiomobile si è fiondata nella zona dove probabilmente si stava per consumare una tragedia, vicino ad un capannone isolato a Pontelongo. 

Non appena i due militari sono arrivati al cospetto del trentenne, hanno lavorato in maniera impeccabile sulla sua psicologia. Hanno cercato di farlo parlare di argomenti che non gli provocassero stress, gli hanno a più riprese ripetuto che dietro una caduta c'è sempre una seconda possibilità per tutti. «Non privarti di questa possibilità». 
Alla fine il trentenne ha appoggiato a terra la sua pistola regolarmente detenuta con il colpo in canna e si è avvicinato ai carabinieri, ringraziandoli di avergli salvato la vita. Sul posto è giunta poi un'ambulanza che ha accompagnato la persona in difficoltà in ospedale a Piove di Sacco dove è stato ricoverato per aiutarlo a superare questo periodo di sconforto. Sarà sottoposto a tutta una serie di terapie mediche che serviranno a mettere una pietra sul passato e iniziare un nuovo percorso psicologico. All'ospedale l'uomo è stato raggiunto anche dalla compagna a cui va il merito di aver avvertito subito il pericolo e di aver prontamente allertato il 112. 

«Quando ci siamo avvicinati sapevamo che l'uomo aveva una pistola con il colpo in canna - racconta il brigagliere capo Andrea Colozza -. Quando ero a 100 metri da lui ho chiesto se potevo avvicinarmi. Dopo alcuni minuti l'abbiamo convinto a posare l'arma». Con lui c'era l'appuntato Ciro Risuglia: «Sapevamo di dover essere rapidi ma al tempo stesso di dover agire con cautela. È andata bene, ci siamo salutati con una pacca sulle spalle e con tante frasi incoraggianti».
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