Uscì per mangiare un gelato e sparì per sempre: un giallo lungo 33 anni

Martedì 12 Giugno 2018 di Gabriele Pipia
L'ultimo luogo in cui fu visto lo studente
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MIRANO - ”Dov’è Francesco Fabbian?”. Così titolava il Gazzettino, nelle pagine della cronaca locale, nell’estate del 1985. Trentatré anni dopo quella domanda è ancora senza risposta. Francesco Fabbian è scomparso nella sua Mirano l’8 giugno di quell’anno. Aveva 22 anni, era uscito per mangiare un gelato con un amico e non è mai più tornato a casa. Scomparsi per sempre lui e la sua 128 blu. Un mistero lungo oltre tre decenni che rischia di rimanere per sempre irrisolto.
  La famiglia ha infatti presentato formale richiesta per decretare la morte presunta. «Non riesco a dare una spiegazione razionale a tutto ciò. Francesco era un ragazzo per bene, non c’era motivo che scomparisse», dice oggi il vecchio amico Alessandro Barioli, l’ultimo ad averlo visto quella maledetta sera.
UN VERO GIALLO
Il giallo all’epoca fece molto clamore. Per comprenderlo bisogna riavvolgere il nastro, tornando a quel sabato sera dell’8 giugno 1985. Una sera come tantissime altre. Francesco studia al terzo anno della facoltà di Veterinaria a Bologna ma quasi ogni fine settimana torna a Mirano, nella sua casa di via Taglio Sinistro, dove vivono i genitori e i due fratelli. Un saluto ai vecchi compagni delle scuole superiori, un pranzo in famiglia, una passeggiata in piazza: questi sono i fine settimana di un ragazzo senza grilli per la testa e senza alcun tipo di “giro strano”. La sera dell’8 giugno Francesco esce con Alessandro Barioli, l’amico fraterno con cui aveva condiviso gli anni del liceo. Una passeggiata in piazza Martiri, un giro a Noale, il ritorno a Mirano e un gelato al locale “Alba Blu” di piazzale Colombo. Sono le 23.30 quando i due giovani fanno ritorno a casa: Fabbian accompagna l’amico nella sua casa di via Mascagni, sale nuovamente in auto e scompare nel nulla. Indossa jeans e polo gialla, in tasca ha 30 mila lire e la patente. Non farà mai più ritorno a casa.
I genitori presentano subito denuncia di scomparsa e il primo articolo del Gazzettino è datato 11 giugno 1985. Seguono le indagini di carabinieri e polizia, gli appelli pubblici, le puntate della trasmissione “Chi l’ha visto”. Tutti cercano disperatamente Francesco. «Com’è possibile che si sia volatilizzata pure la sua auto?», è l’inquietante domanda che tutti si pongono in un’epoca in cui non c’erano Facebook, WhatsApp e telecamere ad ogni angolo. Si attiva anche un’agenzia di investigazione privata padovana. In paese il passaparola corre veloce portando con sé ogni tipo di ipotesi. «E’ stato ammazzato per errore, vittima di uno scambio di persona». Oppure: «Ha visto fortuitamente qualcosa che non doveva vedere». E poi ancora, addirittura: «E’ scappato per farsi una vita in un’altra parte del mondo».
NESSUN INDIZIO
Ma sono nient’altro che chiacchiere di paese. Gli investigatori setacciano la sua vita miranese e il suo appartamento bolognese. Nell’alloggio universitario trovano 300 mila lire (i soldi che gli servivano per l’acquisto dei libri didattici) ma nessun possibile indizio. Si fa luce anche sulla posizione di un vecchio compagno di scuola, originario di Scorzé, finito nel giro della droga e poi emigrato in Germania. Anche questa pista porta però ad un nulla di fatto. «Francesco era un ragazzo purissimo, senza nulla di nascosto» continua a ripetere, senza darsi pace, chi lo conosce bene. Negli ultimi anni la famiglia Fabbian ha sempre tenuto pubblicamente un basso profilo su questa vicenda e anche oggi sceglie la via della riservatezza. «Abbiamo già sofferto troppo in passato», è la spiegazione ripetuta a chiunque. Lo scorso maggio è stato avviato l’iter legato alla domanda per la dichiarazione di morte presunta. A dicembre, come previsto dalla legge, l’istanza è stata pubblicata per due volte nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica (il 2 e il 14 dicembre 2017) e nei quotidiani locali, con invito a chiunque abbia notizie di Francesco a farle pervenire al Tribunale di Venezia entro sei mesi. Quei sei mesi stanno per scadere e pare che non sia arrivata alcuna osservazione. Sarà quindi il giudice a decidere se dar corso al procedimento o se chiedere ulteriori approfondimenti. Chi lo conosceva non dimenticherà mai quel bravo ragazzo e quella 128 blu, scomparsi nel nulla senza uno straccio di spiegazione.
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