Mestre violenta. Turisti minacciati davanti alla stazione e coltellate in una via poco distante

Domenica 10 Giugno 2018 di Elisio Trevisan
Mestre violenta. Turisti minacciati davanti alla stazione e coltellate in una via poco distante
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MESTRE - Parcheggio sosta breve davanti alla stazione di Mestre, una delle stazioni più frequentate d'Italia. Un nigeriano se la prende con un gruppo di turisti appena arrivati in città con trolley e voglia di visitare Venezia, la città che non ha pari al mondo per bellezza e fascino.
 



I turisti non comprendono cosa quel tizio stia gridando loro, si riuniscono attorno a un lampione e sono perplessi. Arriva un altro nigeriano a dar man forte, urlando e spingendoli verso l'entrata della stazione, meglio se ne tornino da dove sono venuti. Cos'è successo per scatenare comportamenti così violenti, incivili, indegni di un paese normale e accogliente?

LO SCONTRO
Secondo episodio: via Cappuccina, davanti alla farmacia vicino all'incrocio con via Tasso. Arriva un'auto, l'autista  inchioda e fa stridere i pneumatici. Il rumore attira la gente che verso le 16:40 di tre giorni fa sta vivendo la propria vita, si reca nei negozi, lavora, si sposta, insomma fa quel che si fa in una città. Dall'auto scende un tizio e, brandendo un coltello, affronta un marocchino che stava passando a piedi davanti alla farmacia. Ne nasce una discussione sempre più accesa, un tafferuglio. L'aggredito tira fuori a sua volta un bastone di legno che ai più sembra una katana da allenamento. Quello sceso dalla macchina sferra un fendente ma il marocchino riesce a bloccargli il polso prima che lo colpisca e, intanto, a sua difesa arrivano altri connazionali. A quel punto l'aggressore batte in ritirata, risale in macchina e, con una pericolosa inversione a u, se ne va. Nel frattempo i passanti traumatizzati cercano rifugio nei negozi della zona o se ne vanno alla svelta.

Le due scene, quella della stazione e quella accaduta in via Cappuccina, hanno un elemento in comune: in entrambi i casi i protagonisti si muovono nell'ambiente ignorando i residenti, come se stessero vivendo un'esistenza parallela nella quale, solo per caso, a volte i binari si incrociano. E solo per caso non ci scappa il morto. Nei paesi in guerra, nei posti più degradati e sottosviluppati del mondo, dove le bande di criminali governano, le vittime civili sono danni collaterali e, anche se è orribile dirlo e provarlo, ci si fa l'abitudine. In una città normale sono scene che colpiscono profondamente perché sono inconcepibili. Il comportamento dei due nigeriani davanti alla stazione è stato filmato e il video è finito in facebook, seguito da una sequela di commenti, molti dei quali feroci, che chiedono l'esercito coi carri armati, propugnano la legge del taglione, si dicono esasperati. È intervenuto anche Vittorio Bonacini, presidente dell'Ava albergatori, che con toni meno accesi definisce l'accaduto «una cosa vergognosa. Di che vogliamo parlare? Quando non si tutela/gestisce il territorio, non ha alcun senso ed è pura ipocrisia invocare la qualità dell'accoglienza».

La zona della stazione ferroviaria è nota per essere presa di mira da spacciatori, prostitute, sbandati, casa di venditori abusivi, tossicodipendenti; la fine di via Cappuccina fa parte di quell'ambiente ma l'incrocio con via Tasso è oltre la metà, verso il centro città, e purtroppo il degrado si sta estendendo a macchia d'olio.
A MACCHIA D'OLIOE coinvolge nuovi quartieri dove la gente pensava di vivere più in pace e invece si sveglia in un incubo con la brutta sensazione che la situazione sia sfuggita di mano da troppi anni, e che ora riportarla a un contesto urbano civile, nonostante gli sforzi di tutte le autorità e delle forze dell'ordine, sia estremamente difficile.
Perché non si tratta solo di affrontare gli attori del degrado, che sono infinitamente meno della gente normale anche se hanno dalla loro leggi inefficaci, ma di ricreare un ambiente dove non si sentano più a proprio agio e dove la normalità non sia quella che impongono.

Ultimo aggiornamento: 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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