Bassetti: «La politica non cavalchi rabbia e frustrazione»

Giovedì 7 Giugno 2018 di Franca Giansoldati
Bassetti: «La politica non cavalchi rabbia e frustrazione»
Città del Vaticano – Non è proprio un Te Deum di ringraziamento quello che ha organizzato la Comunità di Sant’Egidio questo pomeriggio nella chiesa di Santa Maria di Trastevere. La veglia di preghiera per il futuro dell'Italia ha preso corpo dopo il varo del governo giallo-verde e, per uno strano destino, ha coinciso con la prima riunione dei ministri del governo Conte. Le ultime vicende politiche, la richiesta di impeachment dei grillini contro Mattarella (poi ritirata con tanto di scuse), le lacerazioni e, infine, il voto di fiducia al nuovo esecutivo populista, hanno ispirato la comunità religiosa di Trastevere che si occupa soprattutto di migranti ed emarginati a preparare una grande veglia di preghiera affidandola al presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti.

In una basilica gremita di fedeli si è pregato per il lavoro che manca, per chi non ha casa, per i migranti che sognano in Italia una seconda vita mentre la rabbia sociale cresce. Si prega anche per chi ha responsabilità politiche, affinchè sappia ricucire un paese che risulta lacerato. «Ci vuole una svolta nella vita del Paese per cominciare a lavorare insieme: è, infatti, eticamente doveroso lavorare per il bene comune dell'Italia senza partigianeria, con carità e responsabilità, senza soffiare sul fuoco della frustrazione e della rabbia sociale» ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti. «Che tutte le forze politiche, gli operatori della comunicazione, i responsabili a qualunque titolo non badino all'interesse immediato e di parte! Si ricordino delle parole del profeta Osea: 'E poiché hanno seminato vento/ raccoglieranno tempestà».

Il cardinale ha incalzato i cattolici a fare politica, a non tirarsi indietro, a fare affiorare i valori del Vangelo. L'accoglienza, il rispetto, la solidarietà. 

Il fondatore di  Sant'Egidio, Andrea Riccardi, ha spiegato  ai giornalisti che «negli ultimi mesi, dopo le elezioni del 4 marzo, l’Italia è stata attraversata da un clima di tensione e di conflittualità che ha fatto perdere in più occasioni l’obiettivo principale della politica, come di ogni responsabilità sociale e civile, che è quello del bene comune e della protezione delle fasce più deboli della popolazione. Come cristiani e, al tempo stesso, cittadini di un Paese che significa ancora tanto per il mondo in termini di cultura, simpatia umana, solidarietà e impegno per la pace, invitiamo ad unirsi alla veglia».

Nei giorni scorsi diverse diocesi avevano chiesto preghiere per l'Italia, dopo l'appello alla «concordia» e al rispetto delle istituzioni lanciato dal presidente della Cei Bassetti, e diffuso il 30 maggio attraverso Avvenire. A Torino l'invito è arrivato dall'arcivescovo Cesare Nosiglia che ha composto una preghiera da inserire in tutte le messe del 2 e 3 giugno: «Nella delicata situazione politica del nostro Paese, invochiamo il Signore perché doni a coloro che sono chiamati a governare l'intelligenza e il cuore di cercare con il massimo impegno il bene comune, e a tutto il popolo italiano la capacità di accompagnare questo sforzo con partecipazione intelligente e fiduciosa».
 
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