Riorganizzazione sanità regionale, ecco i dubbi di noi Medici

Domenica 13 Maggio 2018
Maurizio Scassola
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Gentile Presidente Luca Zaia,
sono medico di medicina generale dal 1982. Ho rappresentato la Professione Medica e mi sento per questo ancora più coinvolto nell'evoluzione del Sistema Sanitario nazionale e di quello regionale.  Con orgoglio ho visto il mio Veneto sempre al centro della innovazione in Sanità e spesso capofila delle Regioni italiane; ho partecipato con tanti Colleghi alla formazione permanente della medicina generale, certo che il vero cambiamento e la vera innovazione sono nella formazione. Ho sempre raccontato ai Colleghi di altre Regioni come il mio Veneto si possa vantare di avere una vera integrazione socio – sanitaria e come ancora oggi questa rappresenti la vera innovazione in sanità.

Le rivolgo tramite il Gazzettino alcune domande che tutti noi medici ci poniamo sempre più preoccupati, increduli e disorientati: chi oggi è in grado di tagliare con l’accetta cos’è sociale da cos’è sanitario? La persona è scomponibile in una parte sociale, una parte psichica, una parte organica, una parte acuta, una parte cronica a tre diversi livelli (base, medio e grave)? Siamo persone, individui complessi e non possiamo essere classificati in un singolo scatto fotografico ma dobbiamo essere valutati e sorretti nel fluire continuo dei nostri bisogni, in contesti sempre più rapidamente mutevoli (rapidissimi cambiamenti epidemiologici, demografici, economici , sociali..).

Ma perché la sto annoiando con queste riflessioni? Ho letto le cronache giornalistiche e le interviste ad autorevoli esponenti politici della mia Regione a latere della presentazione delle linee programmatiche del futuro Piano Sociosanitario regionale. Leggo che i medici di medicina generale potrebbero venire inquadrati come soggetti accreditati con i quali contrattare pacchetti di prestazioni; oppure essere assunti; leggo ancora che la popolazione con patologie croniche sarà divisa su tre livelli di cronicità: semplice, complessa e avanzata; l’innovazione sarà il ACG (Adjusted Clinical Group) che dai dati epidemiologici in possesso della Aulss calibrerà gli interventi. Mi fermo qui Presidente perché la confusione è tanta e il tempo brevissimo, visto che le audizioni della Commissione Sanità termineranno entro l’estate! Ma questo nostro Veneto ha bisogno di scimmiottare modelli esteri per dare risposte di salute alla nostra Gente?

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Maurizio Scassola - Mestre-Venezia​
*Vicepresidente Nazionale federazione dei medici e ondontoiatri


 
Ultimo aggiornamento: 17:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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