VENEZIA - «Sono 21 miliardi quelli investiti in Italia. Più altri 11 portati in Svizzera, in contanti. Poi ci sono i 6 miliardi e 300 milioni che ho dato a Natalino Gobbato e dei quali non mi ricordavo più. Ah, sì: anche quelli che ho dato a Galvan e che sono finiti in Olanda e poi in Svizzera». In tutto fa almeno 40 miliardi di lire, una ventina di milioni di euro di adesso, ma i conti non sono esatti. Bisogna andare a spannoni, infatti, miliardo più miliardo meno, dal momento che la proverbiale memoria da elefante di Felice Maniero ha più di qualche buco quando si parla di soldi. Curioso per uno che ha ricostruito per filo e per segno una ventina di omicidi, i percorsi delle tonnellate di eroina e cocaina che hanno inondato il Nord Italia negli anni 80 e quasi 300 rapine, ricordando i partecipanti quasi sempre diversi un colpo dall'altro le modalità, l'entità dei bottini, il numero di auto usate per i colpi, le armi utilizzate e i metodi di fuga.
Perché Felice Maniero, a capo per vent'anni della più importante, più numerosa e più ricca banda del Nord Italia ricorda il come, il chi e il perché di tutto, ma ha dei vuoti di memoria sui soldi. Chiamato a testimoniare in videoconferenza da Trento contro Michele Brotini, il broker toscano detenuto perché accusato, assieme al cognato di Maniero, Riccardo Di Cicco, di aver riciclato una parte del patrimonio banditesco accumulato negli anni da Faccia d'Angelo, ieri ha avuto qualche defaillance...
© RIPRODUZIONE RISERVATA Perché Felice Maniero, a capo per vent'anni della più importante, più numerosa e più ricca banda del Nord Italia ricorda il come, il chi e il perché di tutto, ma ha dei vuoti di memoria sui soldi. Chiamato a testimoniare in videoconferenza da Trento contro Michele Brotini, il broker toscano detenuto perché accusato, assieme al cognato di Maniero, Riccardo Di Cicco, di aver riciclato una parte del patrimonio banditesco accumulato negli anni da Faccia d'Angelo, ieri ha avuto qualche defaillance...