Zucchero per adulterare il vino da discount: 900 tonnellate sequestrate

Venerdì 27 Aprile 2018
Zucchero per adulterare il vino da discount: 900 tonnellate sequestrate
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Zucchero di origine serba e slovena importato illecitamente in Italia e venduto in nero a imprenditori vitivinicoli per adulterare i propri prodotti. L'associazione a delinquere, è emerso, faceva capo ad una società di commercializzazione di zucchero che aveva sede formale a Sant'Antimo, nel Napoletano, e sede operativa a Carinaro, nel Casertano, ma aveva poi ramificazioni presso aziende vinicole di tutta Italia, in particolare Puglia, Sicilia e Veneto.

Lo ha scoperto l'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord e realizzata dalla Guardia di Finanza di Caserta in collaborazione con gli ispettori dell'ICQRF (Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che ha portato quattro persone ai domiciliari; per altri cinque indagati il gip di Napoli Nord ha disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le Fiamme Gialle hanno inoltre posto sotto sequestro beni immobili, rapporti finanziari e partecipazioni societarie riconducibili agli indagati per 12 milioni di euro. In totale sono 36 le persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere, frode nell'esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, falsità in registri e notificazioni, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio.


Sono quasi 900 le tonnellate di zucchero importato illegalmente da Slovenia, Croazia, Serbia, e Isole Mauritius, e pronto ad essere rivenduto in nero a produttori di vini di scarsa qualità, che sono state sequestrate dai finanzieri. Lo zucchero era custodito in due depositi, uno a Carinaro nel Casertano, l'altro a Formigine (Modena).

A capo dell'organizzazione, è emerso, c'erano i fratelli Santo e Antimo Aimone, residenti a Sant'Antimo (Napoli), che operavano con l'aiuto dei propri figli, tutti indagati. I finanzieri guidati da Luca Gennaro Cioffi hanno accertato che lo zucchero veniva importato in Italia tramite diverse società «cartiere», esistenti cioè solo su carta, come una austriaca riconducibile agli Aimone, il cui scopo era far arrivare lo zucchero, attraverso fatture per operazioni inesistenti e senza pagare tasse, all'azienda italiana, che poi lo rivendeva in nero e a prezzi di gran lunga inferiori a quelli di mercato alle cantine vinicole di mezza Italia. Queste ultime inoltre se ne servivano per adulterare il vino, attraverso l'aggiunta di zucchero per rendere la gradazione alcolica più elevata o per la produzione di mosti. La normativa tuttavia vieta a tali imprenditori di detenere sostanze zuccherine e impiegarle nei propri opifici. Sono coinvolti soprattutto operatori che realizzano vini da discount, non di qualità.

Le indagini sono state svolte attraverso l'incrocio dei dati risultanti dalle intercettazioni telefoniche, dalle registrazioni video e dalla comparazione tra quanto riscontrato e le annotazioni ufficiali sul registro telematico di carico e scarico delle sostanze zuccherine presente sulla piattaforma SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale).
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