MESTRE - «I cafoni ci sono sempre stati. E questi sono cafoni col telefonino». Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro preferirebbe non parlare dei “tuffatori di Rialto” perché teme l’effetto emulazione. «Basta dare spazio a questi personaggi, altrimenti continueremo ad assistere alla “gara” tra chi fa queste cose per la sola gioia di pubblicare il video su siti web e social network».
Tutto molto “squallido” - è l’aggettivo usato dal sindaco - con l’aggiunta che si coinvolge il nome di Venezia che, invece di essere conosciuta come una Città d’arte, finisce per passare a livello planetario come una Disneyland in cui chiunque può fare un po’ quello che gli pare. «Ecco - riprende Brugnaro - dovremmo tutti riflettere sull’effetto di questi filmati. Da parte nostra verificheremo se ci sono gli estremi per far causa a queste persone che si tuffano in Canal Grande, o da qualsiasi altro ponte, per “danno d’immagine” alla città. Ma non basta. No, qui bisogna anche agire contro chi diffonde le immagini, foto e video, di questi cialtroni, e cioé siti web e social network».
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