Gli elettori non hanno mandato i dem all'opposizione Ma l'alleanza con M5s rischia di far esplodere il Pd

Martedì 10 Aprile 2018
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Egregio direttore,
davvero non capisco la strategia del Pd. Durante la campagna elettorale ha sempre inseguito la stabilità del Paese, il contrasto al populismo e la governabilità. Ebbene, con un appoggio al centrodestra (con la forma che più gli aggrada) di fatto tutto questo il Pd lo otterrebbe in un sol colpo (del resto fino ad un mese fa il Pd governava proprio con un partito di centrodestra). Ed invece che fa il Pd? Si chiama fuori, dietro al paravento dell'ennesimo slogan renziano (distorto e fuorviante): Gli italiani ci hanno mandato all'opposizione. In verità, caro Pd, gli italiani non hanno mandato all'opposizione nessuno. Ogni partito ha preso una certa percentuale di voti e sta ad ogni partito farla fruttare al meglio, possibilmente secondo coerenza e nell'interesse del Paese. Fossi il Pd me ne guarderei bene dallo starmene fuori dai giochi (Craxi docet). In materia di legge elettorale, ad esempio, un conto era approvarla prima del voto, quando tutti pensavano di arrivare primi alla tornata elettorale; un conto è farla ora: un accordo tra M5S e Lega potrebbe spazzare via quel poco che è rimasto degli altri partiti. Pd compreso.
Nicola Pizzato
Padova



Caro lettore,
lei ha ragione: gli elettori non hanno affatto detto che il Partito Democratico deve stare all'opposizione. Hanno detto che rappresenta il 18% degli italiani. Come utilizzare e sfruttare questi voti, se allearsi o meno con altre forze politiche è una scelta che compete al gruppo dirigente democratico e che dipende dalle condizioni e dalle convenienze politiche. Il fatto è che nel Pd, dopo il disastroso esito elettorale del 4 marzo, prevale, su qualsiasi altra cosa, l'esigenza di fare chiarezza al proprio interno. Un obiettivo comprensibile considerate le forti divisioni, personali e di linea politica, che lacerano oggi i democratici. Stare all'opposizione rischia di tener fuori il Pd dai giochi ma può mettere al riparo il partito da ulteriori spaccature. La partecipazione a una maggioranza di governo, magari a guida pentastellata, può invece essere il detonatore che fa esplodere le divisioni interne e che potrebbe portare, come qualche dirigente democratico ha già fatto capire, a un'ennesima scissione.
Ultimo aggiornamento: 14:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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