California, assalto a YouTube: a sparare prima di togliersi la vita la youtuber Nasim Aghdam

Mercoledì 4 Aprile 2018
California, assalto a YouTube: a sparare prima di togliersi la vita la youtuber Nasim Aghdam
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E' una youtuber la donna che ha sparato nel quartier generale di Youtube ieri a San Bruno in California: secondo le prime indagini, la vlogger vegana, Nasim Aghdam, 38 anni, che poi si è tolta la vita, era esasperata perché i suoi video venivano oscurati , la donna che ha fatto irruzione era la youtuber 38enne Nasim Aghdam.

Secondo quanto riferiscono i media americani, la donna che ha sparato la 38enne californiana di origine iraniana voleva colpire il fidanzato quando ha fatto irruzione negli edifici dove ha colpito tre persone prima di suicidarsi. Diversa la versione rilasciata dal padre al Bay Area News Group, secondo il quale la figlia era arrabbiata con la compagnia perché aveva smesso di pagarla per i video che postava sulla piattaforma. L'auto della donna è stata trovata nei pressi della sede di Youtube.

Poco più un anno fa, ha ricordato la Nbc, la vlogger aveva protestato con Youtube  con un video per l'oscuramento del suo canale che aveva così fatto segnare meno viste.


 



I suoi primi video erano stati trasmessi dalla tv iraniana otto anni fa. Poi l'inizio della contestazione a YouTube, criticata per la gestione dei contenuti proposti dagli utenti. Critiche durissime che parlavano esplicitamente di censura citando anche Adolf Hitler.  


Dal sito nasimabc.com

Intanto in ospedale, riferisce la Cbs, sono ricoverati un 36enne in condizioni critiche, che potrebbe essere il fidanzato della assalitrice, una 32enne in condizioni serie, e una 27enne in condizioni non preoccupanti.
Una quarta persona sarebbe in ospedale con una caviglia slogata.


Il panico è scattato nel primo pomeriggio di ieri, dopo che diversi dipendenti dell'azienda nel grande campus californiano che ospita oltre 1.100 persone - fino a 1.700 secondo alcune fonti - hanno contattato i numeri di emergenza per segnalare spari. Immediato l'intervento delle forze dell'ordine che hanno evacuato la sede, perquisendo l'intera struttura che comprende uffici, laboratori ma anche ristoranti e caffè con tavolini all'aperto, e chiedendo al pubblico di rimanere lontano dalla zona. Intanto le testimonianze correvano in rete, attraverso tweet dei dipendenti in cui spiegavano di essersi dapprima barricati nei propri uffici e di essere poi stati evacuati, mentre i network tv mandavano in onda le immagini di persone scortate fuori dalla struttura, con le mani alzate. 

Il capo della Polizia di San Bruno, Ed Barberini, nella prima conferenza stampa con aggiornamenti sull'accaduto ha parlato di quattro feriti, mentre dal Zuckerberg San Francisco General Hospital è giunta conferma del ricovero di tre persone colpite da arma da fuoco durante la sparatoria. Google, che è proprietaria di Youtube, ha fatto sapere di avere da subito avviato le attività di cooperazione necessarie con le forze dell'ordine.

Poi le testimonianze, attraverso i social network ma anche raccolte dai media, alcune delle quali al momento sembrano confermare la ricostruzione della Polizia: Dianna Arnspiger ha descritto all'Associated Press i momenti di terrore, raccontando che si trovava al secondo piano di un edificio quando ha sentito i colpi, si è avvicinata alla finestra e ha visto una donna sparare nell'atrio sottostante. Ha urlato dando l'allarme fra i presenti che hanno cominciato a correre, rifugiandosi per circa un'ora in una sala conferenze mentre c'era fra loro chi chiamava ripetutamente il numero d'emergenza per avere aggiornamenti. A monitorare l' episodio, accaduto circa 24 chilometri a sud di San Francisco, nel cuore dell'America Tech, da subito anche la Casa Bianca e il presidente Donald Trump immediatamente informato e aggiornato. Dopo le prime indicazioni ufficiali Trump ha twittato un messaggio di solidarietà per tutti coloro coinvolti e il suo ringraziamento per l'intervento tempestivo di forze dell'ordine e soccorsi. Resta tuttavia alta la tensione con il dibattito rovente a Washington sulla violenza causata dalle armi da fuoco.

 

Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 15:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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