Si riapre il fronte migranti, l'allerta del Viminale: «Sistema a rischio collasso»

Sabato 17 Marzo 2018 di Cristiana Mangani
Si riapre il fronte migranti, l'allerta del Viminale: «Sistema a rischio collasso»
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ROMA C’è il rischio che il sistema di accoglienza dei migranti non regga la pressione in vista dei mesi estivi e di un clima più clemente che faciliterà la traversata. A evidenziarlo è il ministro Marco Minniti, nella direttiva generale 2018 dedicata all’amministrazione e alla gestione del Viminale, inviata alla Corte dei conti e all’ufficio centrale di Bilancio.

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L’attuazione del piano per l’immigrazione ha dato risultati insperati, tanto che, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, oggi viene registrata la presenza di 5.945 migranti rispetto ai 16.200 del 2017. E addirittura un -72,5 per cento di quelli provenienti dalla Libia. È pure vero, però, che la situazione è in continua evoluzione, che il Nord dell’Africa è in tumulto e che la pressione potrebbe tornare a farsi sentire. E questo Minniti lo scrive chiaramente nella direttiva: «La spinta dei flussi migratori provenienti in prevalenza da zone di estrema povertà - viene sottolineato - nonostante sia stato registrato un calo a partire dalla seconda metà dello scorso anno, continua a sottoporre il sistema nazionale di accoglienza a una significativa pressione, anche per il prolungamento dei tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza».

LE COMMISSIONI 
Doppio fronte, dunque: non soltanto gli arrivi, ma anche i Centri a rischio collasso. E le ragioni riguardano principalmente «le pressioni cui sono sottoposte le Commissioni territoriali, nonché le continue esigenze di miglioramento degli standard qualitativi nella valutazione delle richieste di riconoscimento della protezione internazionale, che hanno reso opportuna una revisione del sistema nazionale di asilo». Tanto che le strutture sono state modificate nella composizione, i rappresentanti degli Enti locali e della polizia di Stato sono stati sostituiti con funzionari istruttori più qualificati. Ma, al momento - è ancora spiegato nel documento - «l’assenza di previsione in organico di una struttura dedicata in via esclusiva al supporto delle attività delle Commissioni territoriali», rappresenta un punto di debolezza, sebbene si stia procedendo all’assunzione di 250 nuovi funzionari.

Naturalmente sono diverse le cose che funzionano: «La gestione amministrativa-finanziaria dei Fondi europei, una programmazione più certa e rapida nei settori dello Sprar, l’implementazione del sistema dell’accoglienza diffusa». Restano deboli e molto preoccupanti, però, «la tenuta del sistema organizzativo che necessita di integrazioni e razionalizzazione. La carenza di risorse finanziarie per tutte le attività dipartimentali, le risorse finanziarie insufficienti che obbligano a continue richieste di integrazione, la carenza superiore al 50 per cento dell’organico». E tutto ciò, per Minniti, non può che incidere «sui meccanismi di programmazione e sulla sostenibilità del sistema di accoglienza nel medio/lungo periodo». 

I RIMPATRI
Altro punto considerato fondamentale è il tema dei rimpatri.

Secondo il Viminale bisogna fare di più e agevolarli, «nel caso in cui si accerti la mancanza del diritto a rimanere in Italia». Questo può avvenire «mediante l’ampliamento della rete dei centri di trattenimento, ora denominati “Centri di permanenza per il rimpatrio». Una segnalazione specifica, poi, viene fatta per l’informatizzazione delle attività, che ha «una ridotta capacità di bilancio». Senza contare che immigrazione e sicurezza vanno spesso di pari passo, ma «avrebbero bisogno di forme sempre più efficaci di coesione e integrazione».

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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