A Cona nessun faccia a faccia con Meloni, tensione tra i migranti

Martedì 20 Febbraio 2018 di Diego Degan
A Cona nessun faccia a faccia con Meloni, tensione tra i migranti
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CONA - Lei, i richiedenti asilo non li vuole proprio vedere in Italia, ma loro, i migranti di Conetta, avrebbero voluto parlarle, mostrarle le condizioni in cui vivono e manifestarle le loro aspirazioni a una vita dignitosa.
Ma l'incontro (senza che nessuno ne abbia avuto colpa) non è stato possibile e quando Gorgia Meloni, dopo una lunga serie di selfie con amici e simpatizzanti, se n'è andata da Conetta, è scoppiata l'ennesima protesta dei migranti, con tanto di poliziotti in assetto antisommossa pronti a intervenire. Per fortuna non è stato necessario.

BAGNOLI E CONETTA
Il pomeriggio della leader di Fratelli d'Italia nel distretto del profugo, il territorio limitrofo agli hub di Bagnoli e Conetta, era cominciato ad Agna, dove il sindaco, Gianluca Piva (anche lui FdI), l'aveva accolta nella sala del consiglio comunale. «Una giornata storica» l'aveva definita Piva, riassumendo, poi, i disagi imposti alla popolazione locale dalla presenza di due centri di accoglienza che «erano arrivati a ospitare 2700 persone, in un territorio con circa 10mila abitanti», con episodi di aggressione e tentata violenza sessuale (due, il cui autore era stato arrestato) e una rapina (un negoziante colpito per una scatola di cioccolatini, rapinatore arrestato) in un clima generale di insicurezza. La Meloni aveva esposto la sua ricetta contro l'immigrazione incontrollata («Fossi, muri, tutto quel che serve e blocco navale davanti alla Libia, in accordo con l'Europa, con hot spot in Africa per stabilire chi ha diritto di entrare») accusando «la sinistra» di lucrare sul business delle cooperative e di non essere sinceramente accogliente, «perché a Capalbio non li hanno voluti».

 
 
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