L'azienda Manutech cessa l'​attività e licenzia tutti i 9 dipendenti

Venerdì 12 Gennaio 2018 di Paola Treppo
La sede della Manutech a Coseano
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COSEANO e FORGARIA (Udine) - L’azienda Manutech di Coseano, di proprietà della famiglia Lualdi, nata da un ramo d’azienda della Lima di Villanova di San Daniele del Friuli nel marzo del 2009, cesserà la sua attività il 31 gennaio 2018. A darne la notizia ai 9 dipendenti, alla vigilia di Natale, è stata la direzione aziendale che, contestualmente, ha consegnato loro la lettera di licenziamento.

Fabiano Venuti della Fim-Cisl e Gianpaolo Roccasalva della Fiom-Cgil denunciano la gravità della situazione, evidenziando che fra i lavoratori, tutti operai e impiegati con alte professionalità, e in alcuni casi con esperienza 
pluridecennale, ci sono anche padri di famiglia monoreddito. Molte le perplessità dei sindacalisti su questa vicenda: «Come il fatto che nel, giugno del 2017, dalla Manutech sono stati trasferiti cinque dipendenti e diversi 
macchinari alla Hpf di Flagogna di Forgaria nel Friuli - spiegano Venuti e Roccasalva -; operazione che di fatto ha impoverito la Manutech. Operazione che, col senno di poi, fa capire quali fossero, già da tempo, le intenzioni della proprietà sul futuro di questa azienda».

«In aggiunta, all’epoca di quel trasferimento, l’azienda contava 17 dipendenti e, in tal caso, avrebbe dovuto comunicare formalmente alle organizzazioni sindacali la decisione di trasferire il ramo d’azienda, cosa che non ha fatto e sulla quale, ora, Fim e Fiom pretendono chiarezza».

Le organizzazioni sindacali chiedono alla proprietà di ritirare i licenziamenti o di ricollocare, se non altro, i lavoratori nelle varie società che possiede come, ad esempio, l’Hpf, «azienda, questa ultima, dove tutti i dipendenti della Manutech hanno operato costantemente per anni, nella ordinaria e straordinaria manutenzione di tutti gli impianti; attività, ovviamente, che non può cessare con la chiusura della società, la Manutech, appunto, che se ne occupava in regime di appalto». Fim e Fiom, infine, non escludono iniziative di coinvolgimento delle istituzioni locali per difendere l’occupazione e il patrimonio di professionalità espresso da tutti i lavoratori in tutti questi anni nel territorio dell’Alto Friuli.
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