È "strabismo politico" trasformare il pericolo fascista in un problema centrale

Domenica 10 Dicembre 2017
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Caro Direttore,
nella sua lettera al Gazzettino dell'8 dicembre il sigor Adriano Mariutti ritiene che oggi il neofascismo non sia un pericolo. Poi ricorda alcune buone leggi di Mussolini. Tutti i dittatori, rossi o neri, hanno fatto buone cose. Ma le cattive sono state cento volte superiori. Basti solo ricordare le immense distruzioni di edifici, strade, ponti, ferrovie e la morte di centinaia di migliaia di civili e militari italiani causate dalla guerra voluta da Hitler e il suo alleato Mussolini. Anche sulle corruzioni il regime fascista non fu secondo alle corruzioni della nostra democrazia. Il popolo non sapeva nulla perché il fascismo aveva soppresso la libertà di stampa e di ogni possibile minima critica al regime. La verità venne a galla solo dopo la guerra. Nel febbraio del 1940 mio padre subì una bastonatura e fu processato dal tribunale fascista (istituito per i reati politici) soltanto perché aveva detto che la milizia fascista aveva uno stipendio dieci volte superiore ai militari dell'esercito. Per questa semplice osservazione (che oggi farebbe ridere) fu condannato a cinque anni di confino in Calabria. Durante il fascismo in ogni luogo pubblico potevano esserci delle spie. Tutti i portinai avevano l'obbligo di riferire se ascoltavano critiche al regime. Altrimenti rischiavano di perdere il lavoro.

Franco Vicentini


Caro lettore,
Mussolini non è stato un grande statista ma un feroce dittatore e tuttalpiù un grande e tragico illusionista. Il fascismo ha rappresentato una lunga e delittuosa pagina della nostra storia. Chi ha contribuito a chiuderla merita sempre il nostro rispetto e la nostra gratitudine. Detto ciò, riconoscere che per un certo numero di anni il fascismo ha goduto anche di un ampio consenso popolare e che, durante il Ventennio, sono state anche realizzate importanti opere pubbliche e emanate leggi all'avanguardia, non significa rivalutarne il ruolo o dimenticare che il fascismo è stato innanzitutto una dittatura e che Mussolini si è macchiato di enormi responsabilità. La storia va letta senza paraocchi e dando il giusto peso ai fatti e ai suoi protagonisti. Nel bene e nel male. Al di là delle polemiche di queste settimane e dei periodici rigurgiti neofascisti, resto convinto che gli italiani nella loro stragrande maggioranza non nutrano alcuna nostalgia per il Ventennio. Il conto con la storia, da questo punto di vista, lo hanno già pagato. Non sottovalutare episodi di violenza politica è sempre doveroso. Come lo è educare le giovani generazioni al valore e al culto della libertà e della memoria. Trasformare oggi il pericolo fascista in un tema centrale del nostro dibattito pubblico mi sembra invece una forma di (interessato) strabismo politico.
Ultimo aggiornamento: 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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