Compiano, impiegata accusata di aver sottratto 25mila euro dopo il crac

Mercoledì 29 Novembre 2017 di Denis Barea
Un mezzo della North East Service società di sicurezza fondata da Compiano
3

TREVISO - C'è un buco nella voragine lasciata sui conti della North East Service a seguito del crac del gruppo Compiano, vicenda per la quale sono in corso a Treviso più procedimenti giudiziari, di cui il più importante è quello per bancarotta fraudolenta e bancarotta per distrazione. Si tratta del denaro che per oltre un anno e mezzo una impiegata contabile avrebbe trasferito dal patrimonio dell'azienda alle sue tasche, grazie ad una serie di operazioni sui conti correnti della società controllata dal Commissario straordinario, fino a mettere da parte un gruzzoletto di quasi 25mila euro. Ma la tecnica non deve essere stata particolarmente raffinata perché la donna è finita nella rete delle verifiche contabili che, mettendo a confronto i movimenti sul conto corrente e le registrazioni di entrate e uscite, hanno permesso di scovare l'ammanco. 

Protagonista della vicenda è la 40enne Manuela Gorghetto, ex dipendente della North East Service del gruppo Compiano e che ora è a processo per rispondere del reato di appropriazione indebita. La ricostruzione della Procura in fase di indagini avrebbe evidenziato come la Gorghetto, che ricopriva un ruolo di primo piano nello staff dei contabili, avrebbe abusato della sua posizione e in particolare dell'accesso ai conti correnti della società per intascarsi un extra rispetto allo stipendio.

Forse avrà pensato che la gestione commissariale arrivata dopo il default del colosso Compiano potesse non essere attenta come invece si è rivelata. E così dall'ottobre del 2013 al gennaio del 2015 la donna avrebbe cercato di costruire un sofisticato meccanismo che le avrebbe permesso di far uscire denaro contante dal conto corrente dell'azienda per farlo piovere sul suo. Ma la North East era al tempo una società i cui numeri e flussi finanziari venivano costantemente tenuti d'occhio, anzi setacciati fino all'ultimo centesimo. Per questo c'è voluto poco, una volta evidenziati i buchi sul conto corrente, risalire alle operazione che avevano fatto svanire quei 24.450 euro, permettendo anche di arrivare al presunto responsabile. 

Nell'udienza di ieri hanno deposto il commissario straordinario Sante Casonato e una sua collaboratrice. Quest'ultima ha svolto davanti al giudice Francesco Sartorio una ricostruzione minuziosa dei fatti, una vera e propria cronistoria da cui emergono, passo dopo passo, le tracce che sarebbero state lasciate dalla Gorghetto, le evidenze degli ammanchi sul conto della banca e il processo a ritroso che ha consentito di tracciare l'identikit di chi, autorizzato a maneggiare denaro e compiere operazioni sul conto tra cui anche i bonifici, risulta oggi essere chiamato a rispondere per quei fatti. Beccata quasi con le mani dentro al sacco la donna è stata licenziata, provvedimento a cui non si è opposta. Ma neppure a quel punto avrebbe ammesso le sue responsabilità e restituito quanto si sarebbe trattenuta. Allora è arrivato un decreto penale di condanna, con una ammenda di oltre 10mila euro, pena sospesa a condizione che i quasi 25mila euro venissero dati indietro. La Gorghetto ha invece preferito fare opposizione al decreto penale, scegliendo la strada del dibattimento in aula per dimostrare la propria innocenza. 
 
Ultimo aggiornamento: 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci