Popolare di Vicenza, i 100 debitori: costruttori ma anche società di lusso

Mercoledì 15 Novembre 2017 di Maurizio Crema
Popolare di Vicenza, i 100 debitori: costruttori ma anche società di lusso
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VENEZIA - Più di 5,6 miliardi di sofferenze al 30 giugno 2017 tra Popolare Vicenza e la controllata Banca Nuova, 1,2 miliardi che risalgono ai primi 100 grandi debitori dell'istituto ora in liquidazione coatta amministrativa con gli attivi finiti in Banca Intesa. Un macigno di cui erano già apparsi i nomi più rilevanti, a partire dalla società Monte Mare Grado risalente all'ex presidente del Venezia Maurizio Zamparini (in sofferenza per 59,2 milioni). Emerge anche l'elenco dei primi 100 debitori incagliati, crediti per 1,69 miliardi non ancora dati per persi ma molto a rischio. In totale gli unlike to pay (questo il termine tecnico nell'inglese della Bce) di Popolare Vicenza e Banca Nuova finiti alla liquidazione ammontano a 4,24 miliardi.

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Nell'elenco delle sofferenze compaiono moltissime società di costruzioni finite in difficoltà dopo lo scoppio della bolla immobiliare ma anche gruppi del lusso come Mariella Burani Fashion Group (ha una sofferenza di 7,6 milioni). Ben più alta quella della Vimet, colosso vicentino nel campo della gioielleria, fallita pochi mesi fa, esposta con BpVi per oltre 43 milioni (era azionista con oltre 80mila azioni). La società avrebbe investito pesantemente  anche in Veneto Banca ma nel gennaio del 2015 sarebbe riuscita a liquidare la partecipazione a Montebelluna, si parla di 355.000 azioni. La Nsfi srl (che farebbe riferimento all'ex candidato sindaco di Roma Alfio Marchini) ha una sofferenza da 62,5 milioni; la vecchia compagnia marittima Tirrenia di Navigazione ha una sofferenza di 16 milioni; l'Hotel Dolomiti srl di Cortina è insolvente per 19 milioni. Poi ci sono anche nomi dell'imprenditoria veneta come Tranquillo Loison (aveva 126mila azioni BpVi) che insieme a Bruna Alba e Alessandro Loison segna sofferenze per oltre 12 milioni. Tra le società in liquidazione, su BpVi pesa anche l'Aeroterminal Venezia (fallita) che porta sofferenze per oltre 8 milioni. A chiudere l'elenco delle prime cento sofferenze con oltre 5 milioni l'impresa di costruzioni Sacaim di Venezia finita poi alla friulana Rizzani De Eccher.

L'INCROCIO CON ETRURIA
Nell'elenco compaiono anche Etruria Investimenti con 7,2 milioni di sofferenze e la Sant'Angelo Outlet con 12 milioni di euro di inadempienze. Entrambe perquisite nel gennaio del 2016 e sarebbero riconducibili all'ex presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi e all'ex consigliere Luciano Nataloni.

Nei crediti incagliati di BpVi spuntano anche alcuni dei grandi finanziati per l'acquisto di azioni della stessa banca (le cosiddette baciate) con annesse cause in corso. Per esempio i fratelli Ravazzolo, imprenditorivicentini dell'abbigliamento. Silvano Ravazzolo da solo ha quasi 47 milioni di utp (aveva oltre 823mila azioni di BpVi). Il noto imprenditore dell'abbigliamento vicentino Ambrogio Dalla Rovere con la compagna Susanna Michelazzo hanno oltre 11 milioni incagliati (Ambrogio aveva più di 355mila azioni di Pop. Vicenza). Il leader di Pasta Zara Furio Bragagnolo ha utp per oltre 18 milioni (aveva più di 272mila azioni BpVi). La padovana Maschio Gaspardo spa (il fondatore Egidio si è suicidato nel 2015) è incagliata per oltre 10 milioni, la vicentina Deroma (vasi, è commissariata) per 6,2 milioni, il gruppo padovano Orv Ovattificio Resinatura Valpadana per 10,7 milioni.

SORGENTE E BPV FINANCE
L'ultimo arrivato tra i sofferenti, pochi giorni prima della liquidazione, è un nome noto della finanza italiana: Sorgente Group, gruppo immobiliare proprietario tra l'altro del Flatiron di New York.

Sorgente è ai primi posti tra le principali sofferenze della vecchia Popolare di Vicenza con 28,5 milioni. Il debito è al centro di un contenzioso tra il gruppo e la liquidazione delle due banche venete. Sorgente precisa però che «il finanziamento di 25 milioni è stato richiesto da Sorgente Group International Holding Ltd (soggetto distinto da Sorgente Group spa e sottoposto alla vigilanza inglese), non già alla Bpv Italia, ma alla sua Partecipata Bpv Finance International Plc di diritto irlandese (chiusa nel 2016 dopo una perdita di 99,8 milioni nel 2015, da lì sarebbero transitati gli investimenti sui fondi lussemburghesi che avrebbero acquistato finanziato delle azioni, n.d.r.), per sviluppare un importante progetto immobiliare all'estero» e che «ritardi nell'avvio del progetto hanno indotto Sorgente Group International Holding Ltd ad impiegare temporaneamente le disponibilità in essere in un'operazione di pronti contro termine, effettuata su titoli BPV, tenuto conto dell'apparente solidità del gruppo bancario italiano. Alla scadenza del termine, Bpv Finance International Plc ha disatteso gli impegni di riacquisto e, conseguentemente, non ha riconosciuto le somme dovute a Sorgente International Holding Ltd. Per tali motivi si è aperto un contenzioso internazionale» perché la valutazione dei titoli di Popolare Vicenza «successivamente è risultata del tutto artefatta e strumentale e, certamente, non in grado di soddisfare gli impegni assunti dalla sua partecipata estera». Uno spaccato di quanto è successo in BpVi.

Ultimo aggiornamento: 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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