Non sono gli "impresentabili" ad aver fatto perdere le elezioni siciliane al Movimento 5 Stelle

Giovedì 9 Novembre 2017
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Egregio Direttore,
ho seguito con attenzione le elezioni regionali in Sicilia e mi vengono alcune considerazioni da fare. La prima riguarda Berlusconi: tutti ricordano che, quando era al governo, qualsiasi elezione che non fosse politica (quindi comunale, provinciale e regionale) non aveva per lui importanza alcuna. Adesso, che è all’opposizione, anche una semplice consultazione per una regione diventa di importanza capitale. Nel suo caso, fa sorridere il suo trionfalismo per un candidato che non aveva neppure appoggiato. La seconda riguarda Di Maio : lancia un duello televisivo e poi si ritira codardamente e, come se non bastasse, cancella dal suo orizzonte politico un partito che, su base nazionale e semprechè i sondaggi abbiano un qualche valore, ha una percentuale più o meno pari a quella del M5S. Credo che la forza di un leader si veda anche dal suo coraggio e lui, che ha solo 30 anni, per il momento dimostra di non averne. La terza ed ultima, a seguito di una notizia odierna. Un candidato dell’Udc appena eletto è stato arrestato per evasione fiscale. Ma allora il problema degli impresentabili esisteva veramente e si è voluto subdolamente non tenerne conto?

Giuseppe Macchini
Padova

Caro lettore, considerato che nei primi mesi del 2018 si voterà, il test elettorale siciliano aveva naturalmente una grande importanza per tutti i partiti. Proprio per questo Berlusconi ha voluto partecipare personalmente alle fasi finali della campagna elettorale. Mentre, probabilmente per lo stesso motivo, Renzi, subodorando aria di sconfitta, negli stessi giorni era all’estero. Diverso il caso di Di Maio: l’esponente cinquestelle confidava in un successo siciliano come trampolino di lancio per Palazzo Chigi. Quando ha capito che la scalata a Palazzo dei Normanni era fallita ha cercato di mascherare la sua delusione con il colpo di teatro del rifiuto al faccia a faccia televisivo con Matteo Renzi: non ha fatto la figura del cuor di leone, ma una certa abilità comunicativa gli va riconosciuta. Quanto poi ai cosiddetti “impresentabili”, l’arresto del neo consigliere regionale De Luca ha confermato una realtà che era abbastanza evidente: nella maggior parte delle liste siciliane c’erano candidati che, per ragioni di opportunità se non di fedina penale, sarebbe stato meglio che si dedicassero ad altro. Ma sbaglia Cancelleri, il candidato 5Stelle, ad usare questo argomento come alibi per la sua “non vittoria”. Che ha ragioni politiche prima che morali. L’onestà per chi deve amministrare è una qualità fondamentale e necessaria. Ma non sufficiente se non è accompagnata da credibilità e da una riconosciuta competenza. L’elezione siciliana insegna anche questo.
Ultimo aggiornamento: 20:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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