I mali della Sicilia sono così profondi che per sanarli non basterà una legislatura

Mercoledì 8 Novembre 2017
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Gentile Direttore,
dopo tre mesi ininterrotti, finalmente è finito il tormentone sulle elezioni in Sicilia, che ad ogni ora del giorno, si abbatteva su tutti noi attraverso i media. Ora c'è da augurarsi di non subire altrettanti mesi sulle disquisizioni dei risultati poco edificanti ottenuti, soprattutto, alla luce della forte astensione che ha sfiorato il 53%. Ora, chi finalmente governerà, come da programma, dovrà dare prova di buona amministrazione, incominciando dal recupero dei 52 miliardi di euro di tasse evase e magari incominciando ad abbattere le costruzioni abusive che da lustri aspettano di essere rase al suolo; ma resterà una speranza onirica, il voto di scambio ci sarà sempre in tutti i paralleli da nord a sud di questo infelice Paese.


Giancarlo Parissenti
Mestre


Caro lettore,
almeno questa volta le disquisizioni su chi ha vinto e chi ha perso dovrebbero concludersi presto. Sul risultato delle elezioni siciliane mi sembra non ci possano essere dubbi: ha chiaramente vinto il centrodestra e ha altrettanto chiaramente perso il candidato del Pd, mentre i 5 stelle hanno ottenuto un ottimo risultato, ma non hanno conquistato la maggioranza e non hanno eletto il nuovo governatore come invece speravano. Quanto all'azione di governo della nuova maggioranza, staremo a vedere. I mali della Sicilia sono profondi e non basterebbe certo una legislatura per porvi rimedio. Ma dal nuovo governatore, soprattutto dopo una campagna elettorale così lunga e velenosa, è doveroso attendersi da subito qualche gesto coraggioso nella direzione del cambiamento. Non serve molto. Gli orpelli, le inefficienze e gli sprechi della Regione Sicilia e della sua Assemblea regionale sono stati materia di decine e decine di inchieste giornalistiche. Parta da lì. Qualche taglio ben assestato sarebbe un segnale chiaro per tutta la società siciliana e non solo.
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