TRIESTE - Sono 70 i posti di lavoro a rischio a causa della chiusura del Cara di Gradisca, prevista dal piano sull'immigrazione del ministro Minniti. Si tratta di dipendenti della cooperativa Minerva che gestisce la struttura di accoglienza: se fino a fine anno il lavoro è assicurato, il 2018 si aprirà all'insegna dell'incertezza. Il Cara che attualmente ospita 600 richiedenti asilo verrà progressivamente svuotato e due palazzine dell'ex Cie verranno trasformate in Centro per il rimpatrio, struttura (prevista obbligatoriamente in ogni regione) dove detenere i migranti (non più di 100) per tempi ridotti in attesa di rimandarli nel Paese di origine. Qui subentrano le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali che ieri pomeriggio, a Trieste, hanno incontrato l'assessore al lavoro Loredana Panariti per fare il punto della situazione. La minore quantità di migranti ospitati nel nuovo centro significherebbe anche meno personale: l'indotto per ristorazione, pulizia e altri servizi varrebbe qualche decina di posti. Per i 70 lavoratori, la parola fine sarebbe dovuta scattare già a fine settembre ma poi l'affidamento alla cooperativa Minerva è stato prorogato di altri tre mesi. Inizialmente infatti lo svuotamento della struttura doveva avvenire in tempi rapidi per poi procedere ai lavori di riconversione: alcuni dei lavoratori dovrebbero venire riassorbiti ma a detta dei sindacati due terzi si ritroverebbero invece a spasso...
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