Referendum sull'autonomia, Province pronte a trattare

Giovedì 5 Ottobre 2017 di Alda Vanzan
Referendum sull'autonomia, Province pronte a trattare
VENEZIA La Regione Veneto farà le leggi e quelli leggi saranno gestite dalle Province e dai Comuni. E' questo il modello amministrativo che il governatore Luca Zaia ha in mente per il dopo referendum, quando si aprirà la trattativa con Roma e le Province - ma anche i Comuni attraverso l'Anci - faranno parte di questo percorso. «Sarebbe assurdo - ha detto Zaia - sostituire un neocentralismo statale con un neocentralismo regionale». Ad approvare questo percorso condiviso, ieri a Palazzo Balbi c'erano tutti i presidenti delle Province: Achille Variati (Vicenza) che è anche presidente nzaionale dell'Upi, l'Unione nazionale delle Province, Enoch Soranzo (Padova) che è anche presidente dell'Upi veneta, Roberto Padrin (Belluno), Antonio Pastorello (Verona), Stefano Marcon (Treviso), Marco Trombini (Rovigo). Mancava solo il presidente della Città metropolitana di Venezia, Luigi Brugnaro, che peraltro era assente anche martedì all'incontro a porte chiuse sempre con Zaia, ma il governatore ha negato che si tratti di un'assenza politica.

IL PERCORSO
«Nel pieno rispetto istituzionale ha detto Zaia le Province, in piena coscienza, hanno deciso di avviare un percorso con la Regione su questa partita. Ho accolto la richiesta perché le porte della Regione sono aperte a tutti». Qualora si avviasse una trattativa col Governo, si darà corso ad un processo che riguarderà la definizione delle forme e delle condizioni di particolare autonomia di cui parla l'articolo 116 della Costituzione, che riguarderanno l'intero territorio veneto. Ci sarà una delibera regionale con la lista della spesa da proporre. La stessa norma costituzionale stabilisce che il negoziato sia attivato dalla Regione sentiti gli enti locali. «Quindi la fase importante ha detto Zaia è  aprire un tavolo con le autonomie locali, che avrà carattere permanente. Dovremo definire che modello di Regione vogliamo con tutta l'autonomia che riusciremo ad ottenere e che dovrà essere gestita dai territori». «Un tavolo - ha aggiunto il presidente dell'Upi veneta, Soranzo - che dovrà dare risposte ai nostri territori. Noi siamo amministratori, qui non ci sono colori politici perché questo referendum è per i veneti. Se qualcuno vuole fare speculazioni, noi prendiamo le distanze». Soranzo ha ricordato che è stata una richiesta unanime delle Province quella di confrontarsi con Zaia.

LE CASE DEI COMUNI
Dovevano essere cancellate dalla riforma costituzionale di Matteo Renzi, quella bocciata al referendum del 4 dicembre 2016, ma le Province oggi sono completamente diverse da quelle di ieri. L'ha ribadito Variati: «Le vecchie Province non esistono più, si sono trasformate in case dei Comuni. Non a caso sono presiedute da sindaci. Purtroppo il governo Renzi ha fatto un errore grave nel ridurre i trasferimenti alle Province, ha esagerato nel taglio. Le nuove Province hanno ritenuto di appoggiare il referendum del 22 ottobre perché si va verso una filiera dell'autonomia. Vogliamo fare meglio e a costi inferiori». Al tavolo dell'autonomia, oltre alle Province e ai Comuni con l'Anci, siederanno - come ha ricordato il dirigente Maurizio Gasparin - anche le Comunità montane con l'Uncem.

DOPPIO VOTO BELLUNESE
Il 22 ottobre ci sarà anche il referendum di Belluno. «Ma - ha detto Padrin - non sarà in contrapposizione con il referendum regionale, bensì a supporto. Non è un segnale di secessione dal Veneto, vogliamo solo portare a casa una sorta di autonomia su alcune competenze».
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