Noemi, il fidanzato provoca la folla e rischia il linciaggio VIDEO

Mercoledì 13 Settembre 2017
Noemi, il fidanzato provoca la folla e rischia il linciaggio VIDEO
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Ha rischiato il linciaggio il 17enne reo confesso dell'omicidio della sedicenne Noemi Durini quando è uscito dalla sede della stazione carabinieri di Specchia dove è stato ascoltato per molte ore alla presenza del proprio difensore e del procuratore capo del tribunale dei minori Maria Cristina Rizzo.

All'uscita il giovane si è reso protagonista di atteggiamenti irriguardosi e di sfida alzando la mano destra in segno di saluto alla gente che gli fischiava contro e lo apostrofava.
 

Ad attenderlo c'erano oltre un migliaio di persone, soprattutto giovani, che si erano radunate in via Giovanni XXIII, dove ha sede la stazione dei carabinieri. Il 17enne, nei confronti del quale da oggi c'è un provvedimento di fermo del pm con l'accusa di omicidio volontario, col cappuccio della felpa sulla testa, ha sorriso, sfidando la gente e provocando la reazione dei presenti che hanno tentato di raggiungerlo e di aggredirlo nonostante il cordone di sicurezza dei carabinieri. Il giovane è stato fatto salire a fatica su un mezzo dei carabinieri ed è stato poi condotto presso la compagnia dei carabinieri di Tricase in attesa di essere portato in carcere.

Noemi è stata uccisa la stessa mattina della scomparsa, il 3 settembre scorso: il corpo è stato ritrovato all'ora di pranzo nelle campagne di Castrignano del Capo, ad una ventina di chilometri dal paese della ragazza, nascosto sotto una catasta di sassi. Ad indicare il luogo è stato proprio il suo assassino, il fidanzato 17enne di Alessano, a pochi chilometri da Specchia, un ragazzo descritto come di indole violenta, tanto da essere denunciato dalla mamma della vittima. Per giorni il 17enne ha tentato di sviare le indagini finendo oggi per confessare il delitto dopo che la sua versione aveva cominciato vistosamente a traballare.

Il ragazzo, in stato di fermo, è indagato dalla Procura presso il tribunale per i minorenni di Lecce per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Anche il padre 41enne del ragazzo è indagato dalla Procura di Lecce per sequestro di persona e concorso in occultamento di cadavere, perchè sospettato di aver aiutato il figlio a nascondere il corpo di Noemi. In serata i carabinieri del Ris hanno cominciato ad eseguire rilievi nell'abitazione del 17enne a Montesardo, frazione di Alessano, cercando tracce del passaggio della ragazza. La notizia del ritrovamento del cadavere è stata data dal prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ai famigliari di Noemi proprio mentre questi stavano per iniziare una conferenza stampa per far tenere alta l'attenzione dei media sulla vicenda. Appresa la notizia, la mamma di Noemi, Imma Rizzo, ha avuto un lieve malore e si è reso necessario l'intervento di un'ambulanza.

Il corpo di Noemi, secondo le prime notizie, è stato occultato in fretta, tanto che, quando gli investigatori sono arrivati sul luogo indicato dal 17enne, dalle pietre spuntavano i piedi della vittima. La ragazza indossava lo stesso abbigliamento del giorno della scomparsa: leggings neri, maglietta nera e scarpe da tennis bianche e nere. Trovate anche vicino al luogo del ritrovamento tracce di sangue e segni di trascinamento del corpo per due-tre metri. Il delitto sarebbe stato dunque compiuto dopo che i due giovani erano scesi dall'auto con la quale si erano allontanati dal paese. La mattina del 3 settembre scorso, intorno alle 5, una telecamera di sorveglianza del paese aveva inquadrato Noemi che, presumibilmente dopo essere uscita dalla sua casa a Specchia, dopo aver percorso alcune decine di metri era salita a bordo della Fiat 500 intestata alla madre del 17enne ma che proprio il minorenne guidava. Da quel momento di Noemi, che aveva lasciato a casa soldi, cellulare, e documenti si era persa ogni traccia.

Ripetutamente sentito dai carabinieri, il ragazzo aveva sempre detto di aver lasciato quella sera la fidanzata vicino al campo sportivo di Specchia, ma i successivi accertamenti avevano cominciato a smontare questa versione. Col trascorrere dei giorni le ricerche si erano estese alle campagne della zona e persino a grotte e anfratti, con l'ausilio dei cani molecolari. Inizialmente la Procura presso il tribunale per i minorenni di Lecce aveva aperto un'inchiesta con l'ipotesi di reato di sequestro di persona, ma poi si è cominciato a sospettare che la scomparsa di Noemi potesse avere un epilogo tragico.

Il corpo della sedicenne, deposto in una bara bianca, nel tardo pomeriggio è stato trasferito a Lecce, dove verrà eseguita l'autopsia, tra i pianti disperati dei famigliari della ragazza. Quel pezzo di campagna sconosciuto ai più fino a poche ore fa è diventato subito meta di gente comune che ha voluto lasciare mazzi di fiori per ricordare la giovanissima vittima. L'esame del medico legale dovrà chiarire innanzitutto modalità e tempi del delitto, ma agli investigatori spetta il compito non facile di chiarire i troppi lati ancora oscuri della tragedia. Una tragedia forse annunciata: l'ultimo post su Facebook di Noemi oggi fa venire i brividi. «Non è amore se ti fa male. Non è amore - è scritto - se ti controlla. Non è amore se ti fa paura di essere ciò che sei. Non è amore, se ti picchia».

Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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