L'ombra del fantasma nell'osteria di inizi '800, tra misteri, frati e pittori

Lunedì 17 Luglio 2017 di Paola Treppo
Giancarlo Peres nell'osteria del 1800 a Colloredo di Monte Albano
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COLLOREDO DI MONTE ALBANO (Udine) - Difficile dire se è un'osteria o un bazar, un ritrovo per artisti, poeti, letterati e sognatori, un museo, un locale che racconta per immagini e aneddoti la vita del castello dove visse Ippolito Nievo, o se un misterioso luogo dove ancora si va a caccia di fantasmi. Quello che è certo è che l'osteria Al Castello, a Colloredo di Monte Albano, ha una storia che dura da oltre un secolo e mezzo, all'ombra nel grande maniero di cui un tempo faceva parte, l'ultimo che in Friuli è in fase di ricostruzione, con un mega cantiere da oltre 30 milioni di euro. 

Ti accoglie Giancarlo Peres, 75 anni, che sulle prime ti sembra un oste un po' scontroso, ma che poi, dopo un attimo, scopri essere una persona squisita, del tutto disinteressata a far conoscere il suo angolo del cuore, quest'osteria dove praticamente c'è nato, e ricorda di quando la mamma lo sgridava da piccolo perché stava seduto sui sacchi di riso, quelli da vendere alla gente del paese, a peso, sciolto, come si faceva una volta anche per la pasta, il riso e lo zucchero, i “coloniali”. «La Camera di commercio mi ha chiesto se voglio una targa perché l'osteria è storica - dice Giancarlo, che discende da un'antica famiglia ebrea scappata secoli fa dalla Spagna -; ma cosa me ne faccio? Non mi interessa». 
 

 


L'arte in osteria 
Quest'uomo sornione e ironico, però, ama la storia da sempre, e quello cha storia a lasciato nei secoli: non si tiene tutto in casa ma mostra le sue collezioni di oggetti d'arte in osteria. Al Castello, dove una scritta recita in chiaro "Non si parla di politica" e "Pensionati di lusso e politici pagano il caffè 2 euro", c'è una vera e propria galleria d'arte locale. Chi ha dipinto, a Colloredo, ha lasciato qui un suo quadro, una sua opera. E chi ha scritto poesie, come don Domenico Zannier, cantore friulano scomparso da poco, ne ha scritte tante anche qui. Tra un bicchiere e l'altro. La maggior parte sono inedite. 

Tra una stanza e l'altra respiri il sapore del Friuli di un tempo, tra cartine geografiche originali, strumenti da ripresa di inizi Novecento, orologi dell'Ottocento, libri, acquasantiere, vasi di terracotta. Raccolte di monete antiche e pile di libri si alternano, in un gusto decisamente unico, all'amico pappagallo, Oliver, che se ne sta tranquillo sulla spalla della figlia di Giancarlo, Ippolita, 55 anni, la titolare dell'osteria, alla tarantola messicana ginocchia rosse, un bel ragno peloso che sonnecchia in una teca su un tavolo dell'osteria. Tra le sedie gira anche un simpatico bassotto.  

Fantasmi e misteri
Ad aprir l'osteria fu Dirce Strizzolo, nel 1938, la mamma di Giancarlo, che la rilevò a sua volta da quell'uomo di cui nessuno si ricorda il nome, ma che «gli dicevano "all right", perché era arrivato dall'America e parlava inglese». Dirce, un nome che evoca miti e leggende, magie, maghe e misteri. Che qui, nella vecchia osteria di inizi 1800, non potevano mancare. Si racconta di un fantasma che abitava il maniero, il "castellone" che si intravede da una delle finestre dell'osteria. Che avessero sparato anche alla sua ombra, una volta, inutilmente. Poi il terremoto lo mise a tacere.

Ma si dice che quando il grande castello trecentesco sarà di nuovo abitato, il fantasma tornerà ancora, a disturbare e tormentare il sonno di chi ci vivrà per una seconda volta. E tra loro c'è fra Nicolò Custoza De Cattani, il più giovane erede dell'antica casata nobiliare dei Custoza, l’ultimo nato nel maniero, nel 1975, che passa a bere un caffè in osteria con far sobrio e distinto.
Al tavolo anche Stefano Peres, un pittore, che si mette a leggere il giornale. E non poteva mancare il sindaco, Luca Ovan, che qui, un tempo Osteria all'Impero, ci passa ogni giorno, a bere un bicchiere di rosso. 

Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 15:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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