Ministro Lorenzin: «L'Austria invita a non andare a Gardaland per colpa dei mancati vaccini»

Giovedì 15 Giugno 2017 di Alda Vanzan
Ministro Lorenzin: «L'Austria invita a non andare a Gardaland per colpa dei mancati vaccini»
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Il ministro alla sanità Beatrice Lorenzin ha cominciato ad attaccare il governatore del Veneto Luca Zaia sin dal mattino: «Proprio chi sottolinea l'allarme per l'arrivo incontrollato di persone da ogni parte del mondo sui barconi, persone che arrivano senza copertura vaccinale anche da zone dove c'è una diffusione di epidemie di tutti i tipi, adesso obietta che la copertura vaccinale scolastica non deve essere obbligatoria e garantita? Ma scherziamo?». Poi, nel pomeriggio, è sembrata ammorbidire i toni: «Spero che Zaia ci ripensi». Ma in serata, quando ha incontrato a Palazzo Madama i senatori di Alternativa popolare, Lorenzin sarebbe tornata alla carica: «Zaia un abbaglio lo aveva già preso con Stamina. Due casi antiscienza in uno stesso mandato sono veramente troppi».

Sono i vaccini ad alimentare lo scontro tra Roma e Venezia. Non tanto i vaccini in sé, quanto l'obbligatorietà e le pesanti sanzioni a carico dei genitori che rispetteranno il decreto Lorenzin. Un decreto che il governatore del Veneto Luca Zaia ha deciso da un lato di impugnare davanti alla Corte costituzionale e dall'altro di non applicarlo. «Mi meraviglio delle obiezioni, esclusivamente con connotazioni politiche, che arrivano da qualche Regione - ha detto la  ministra a Sky - L'obbligo è stato deciso dopo numerose riunioni con i rappresentanti di tutte le Regioni, anche del Veneto, ed è una necessità dimostrata dai numeri e dai fatti. Il Veneto ha gravi carenze nella copertura vaccinale, e di questo non si può far finta di niente, anche agli occhi del mondo. Una settimana fa i giornali austriaci hanno riportato l'indicazione espressa dalle autorità sanitarie austriache che invitano i loro connazionali a non andare a Gardaland perché c'è un problema di copertura vaccinale in Veneto. Ci rendiamo conto dei messaggi che passano fuori da qui per alimentare polemiche esclusivamente politiche?».

In serata, all'incontro con i senatori, il ministro ha rincarato: «Zaia si contraddice nel ragionamento e nel metodo. Infatti obbietta sulla necessità del decreto negando la bontà dei dati forniti dalle altre Regioni italiane, sostenendo che le anagrafiche regionali sono scritte a mano e che le Regioni sarebbero sotto l'85% di soglia di copertura. Se ciò fosse vero, il primo a volere il decreto dovrebbe essere lui, ma non oggi, ieri». Il ministro avrebbe anche affermato che alcune Regioni hanno varato una propria legge sui vaccini, ma non quella di Zaia, scordandosi probabilmente che il Veneto ha legiferato ancora nel 2007 quando sospese l'obbligatorietà delle vaccinazioni.
E mentre il ministro chiede ai presidenti delle Regioni «un'assunzione di responsabilità», dal Veneto è la consigliere regionale Alessandra Moretti (Pd) a chiede a Zaia di ripensarci: «Ammetta di aver sbagliato e non butti soldi in inutili ricorsi». Dalla Lombardia arriva invece un sostegno al Veneto. «Le sanzioni sono assurde», ha detto Roberto Maroni, confermando che la Lombardia non farà ricorso contro il decreto («anche se personalmente condivido quello del Veneto») perché «il ricorso del Veneto, se dovesse essere accolto, vale per tutte le Regioni».
 
Ultimo aggiornamento: 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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