Uccise la moglie e sgozzò la figlia. Ergastolo confermato per ​Lahmar

Venerdì 19 Maggio 2017
Abdelhadi Lahmar
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PORDENONE - La Corte di Assise di Appello di Trieste ha confermato l'ergastolo nei confronti di Abdelhadi Lahmar. Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza. Gianluca Liut, difensore dell'assassino reo confesso, ha fatto sapere di voler attendere la lettura del dispositivo, ma che sarà certamente proposto ricorso in Cassazione. In aula l'avvocato aveva chiesto una nuova perizia psichiatrica. 

Abdelhadi Lahmar, condannato all'ergastolo per l'uccisione della moglie Touria Errabaibi e per la figlia Hiba di sei anni, gioca nuovamente la carta della perizia psichiatrica. Il processo d'appello si è celebrato oggi a Trieste e la Corte si è pronunciata sulla richiesta avanzata dall'avvocato Gianluca Liut: una nuova perizia psichiatrica finalizzata all'accertamento della capacità di intendere e di volere dell'imputato al momento del fatto. Il delitto risale al 15 aprile 2015. Secondo la difesa, Lahmar non era capace di intendere e di volere. Il gup lo ha condannato sulla base della perizia psichiatrica disposta in sede di incidente probatorio, in cui si giudicava l'imputato sano di mente, pur evidenziando che soffriva di una sindrome ansiosodepressiva, caratterizzata da diminuzione del tono dell'umore, disturbi del sonno e ansia, anche in forma acuta.

La richiesta della pubblica accusa: rigetto dell'appello e conferma della sentenza di condanna all'ergastolo. La parte civile si è limitata ad associarsi alle richieste della Procura. Il difensore dell'imputato, Gianluca Liut, ha invece illustrato una memoria in cui ha chiesto il rinvio della discussione del processo al fine di consentire il deposito di una perizia psichiatrica di parte sulla base di una certificazione rilasciata dal direttore dell'unità operativa di psichiatria di Trento dottor Claudio Agostini, che ha visitato più volte in carcere il Lahmar e, secondo il quale, l'imputato potrebbe risultare affetto da una «psicosi di matrice depressiva che nel momento dell'omicidio avrebbe limitato, se non addirittura compromesso o annullato la capacità di intendere di volere dell'assassino, reo confesso».

«Lahmar non ha mai chiesto l'assoluzione - ha detto Liut al termine del suo intervento in aula -: invoca solo l'applicazione di una sanzione giusta una volta accertato il suo stato psichico nel momento del fatto.

Ho chiesto alla Corte d'assise di accogliere la mia richiesta di rinnovazione della perizia psichiatrica per fugare ogni dubbio sulla capacità o meno di intendere di volere dell'imputato al momento del fatto. Ciò per evitare di condannare un soggetto non imputabile e così facendo di aggiungere orrore ad orrore in questa tragedia della follia che ci vede tutti perdenti».

Ultimo aggiornamento: 14:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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