Summit sui migranti, Minniti: «Campi di accoglienza in Libia nel rispetto dei diritti umani»

Lunedì 20 Marzo 2017
Marco Minniti con la collega svizzera Simonetta Sommaruga

«Entro la metà di maggio» la consegna alla Libia delle prime motovedette libiche che l'Italia ha in custodia dal 2011, poi l'allestimento di campi di accoglienza nei paese africano con l'obiettivo del «pieno rispetto dei diritti umani» e il coinvolgimento anche per questo di Ong organizzazioni internazionali come l'Oim e l'Unhcr.

Queste le tappe principali del «percorso deciso insieme» oggi a Roma in occasione della riunione del gruppo di contatto per la rotta migratoria del Mediterraneo centrale tra i Paesi europei e nordafricani. A delineare la strategia, al termine dei lavori, il ministro dell'Interno Marco Minniti insieme al commissario europeo per le Migrazioni gli affari interni e la cittadinanza Dimitris Avramopoulos. Quest'ultimo ha riconosciuto che «il nostro Paese è stato sottoposto a una pressione fortissima» sotto il profilo dei flussi migratori illegali ma ha voluto rassicurare sul fatto che «l'Italia non è sola, l'Unione europea è al suo fianco. La sfida con cui ci si confronta non è europea o africana, è globale e condivisa».

Investire nello sviluppo economico dei Paesi di origine transito dei flussi migratori e mobilitare ulteriori risorse per accrescere la gestione della migrazione. È un altro dei passaggi della dichiarazione d'intenti firmata oggi nella riunione del gruppo di contatto sulla rotta del Mediterraneo. L'incontro, ha detto Minniti, «ha avuto un esito fruttuoso ed i Paesi europei intendono rafforzare l'impegno comune con l'altra sponda del Mediterraneo e la presenza oggi del premier libico Fayez al Serraj, nonostante una situazione impegnativa in Patria, testimonia la serietà della discussione». La prossima riunione del Gruppo si svolgerà in Tunisia.

«Penso che il gruppo di contatto - ha commentato Gentiloni nel corso del suo intervento - nasca da una duplice convinzione, che è la convinzione del Governo italiano. La prima è che noi siamo consapevoli che il fenomeno dei flussi migratori non si esaurirà di incanto, dall'oggi al domani. Chi promette miracoli rischia di confondere o illudere la nostra opinione pubblica. Si tratta di fare un lavoro di lungo periodo ma nel frattempo di ottenere dei risultati per rendere i flussi gestibili, ridurne l'entità, per trasformarli gradualmente da irregolari in regolari. Si tratta di un obiettivo realistico - ha sottolineato il presidente - sebbene difficile». La seconda convinzione di Roma è che sia cruciale «la condivisione tra Europa e Nord Africa. Quindi» bisogna proseguire sulla strada degli «impegni che l'Ue sviluppa con alcuni Paesi principalmente coinvolti, basti pensare alle ripetute missioni in Niger, in termini di cooperazione, sicurezza e lotta contro i trafficanti che è anche cooperazione umanitaria».

Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 16:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA