Le follìe burocratiche non sono casuali

Venerdì 17 Marzo 2017
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Caro Direttore,
Le scrivo per sottoporre alla sua cortese attenzione un fatto capitato ad un mio dipendente.

Questi, volendosi licenziare, ha dovuto ricorrere obbligatoriamente (lo prevede la legge) ad un CAF della zona per inoltrare on-line la lettera di dimissioni. Alla fine della procedura si è visto richiedere dal funzionario la somma di 20 euro. Ma le sembra possibile che per licenziarsi volontariamente bisogna spendere dei soldi? Se la legge obbliga i lavoratori a questa procedura, la medesima non dovrebbe essere gratuita? Mi convinco ogni giorno di più che l'Italia oltre ad essere un paese di santi e navigatori è anche un paese di matti.


Mario De Podestà
Vigo di Cadore (Belluno)


Caro lettore,
forse si sbaglia: non c'è follia dietro certe scelte, ma un lucido e ben organizzato disegno. Che punta a renderci sempre più prigionieri della burocrazia e a favorire alcuni centri di potere. Il risultato è quello che ha verificato lei stesso: per rinunciare a uno stipendio e a un posto di lavoro bisogna pagare. Sembra un'assurdità. È semplicemente la realtà.
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