PADOVA - Al posto del presidente, un amministratore delegato. E oltre al Consiglio di amministrazione, all'assemblea dei partecipanti e al collegio dei revisori, anche un direttore scientifico, un comitato scientifico e uno scientific advisory board. È attorno a queste modifiche apportate allo statuto dell'Istituto di ricerca pediatrica della Città della Speranza, braccio operativo dell'omonima Fondazione, che si consuma la guerra sulla governance dell'ente. «Serve un approccio più manageriale per attrarre gli investimenti e smuovere le imprese», spiega Andrea Camporese, numero uno dell'Irp. «In vent'anni sono stati finanziati quasi 100 progetti, ma soltanto 3 brevetti sono stati depositati, peraltro tutti solo nell'ultimo semestre», aggiunge Franco Masello, fondatore e leader della Onlus. «Ma non c'è solo la finalizzazione industriale: esiste anche la ricerca clinica», ribatte Stefano Bellon, che non condividendo questi cambiamenti lo scorso 13 ottobre si è dimesso da direttore generale dell'uno e consigliere dell'altra. Le polemiche infuriano, il rischio di una causa incombe. Intanto però gli altri soci dell'istituzione, dall'Università di Padova alla Fondazione Cariparo, si schierano a favore della svolta gestionale...
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