Don Contin, gli scandali vanno affrontati non nascosti

Mercoledì 11 Gennaio 2017
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Caro direttore,
provo un senso di tristezza, rabbia, incredulità leggendo le notizie di questi giorni che riguardano un parroco delle nostra diocesi. Non voglio entrare nel merito della vicenda ma di tutto quello che questa suscita nei pensieri di molte persone, i commenti sono sempre quelli che si sentono quando la cronaca ci racconta di scandali che da sempre scuotono la Chiesa.

Vivo da sempre la mia comunità parrocchiale come una seconda famiglia e in tanti anni ho conosciuto moltissimi preti e molti di questi sono quelli di cui mi piacerebbe sentir parlare. Certo non hanno fatto niente di così eclatante da finire nelle prime pagine dei giornali, ma sono quelli che fanno la differenza, sono le guide delle nostre comunità, preti vicini, in mezzo alla gente, che sanno ascoltare, collaborare con i laici. Preti giovani cresciuti assieme alle nostre comunità, con tutte le difficoltà e anche le sofferenze che comporta l'essere sacerdoti in una società che si allontana e sempre più critica nei confronti della chiesa. Perché non parlare di don Roberto che apre le porte della Canonica in cui vive alle persone che non hanno più una casa; oppure di don Paolo a cui il Vescovo Claudio ha affidato il compito di preparare il Sinodo dei giovani dell'intera Diocesi di Padova incontrando tantissimi giovani e confrontandosi con loro; e di tanti altri preti ancora che testimoniano cosa vuol dire essere Chiesa di Dio, volto del suo amore misericordioso, con i laici nel mondo e per il mondo. Sacerdoti che vivono la loro vocazione in modo autentico, che mostrano il volto accogliente di una Chiesa che continua a camminare, che riesce ad essere il sale della terra grazie anche alla missione quotidiana di tutti questi preti sconosciuti, ma da far conoscere.


Elisabetta Roetta
Montegrotto Terme (Pd)



Cara lettrice,
il suo sconforto è del tutto comprensibile. Forse però alla sua riflessione ne andrebbe affiancata un'altra. I sacerdoti sono uomini tra gli uomini e possono macchiarsi anche di gravi e orribili errori. Ma perchè la Curia di Padova, che da parecchi mesi aveva intuito cosa accadeva nella parrocchia di San Lazzaro, al punto da convocare per un chiarimento una delle cosiddette amanti di don Contin, non è intervenuta prima? Perchè non ha lei stessa affrontato il caso? Lei ha ragione nel sottolineare che nella Chiesa operano con impegno e dedizione totale molti bravi sacerdoti impegnati a portare il messaggio del Vangelo in una società sempre più diffidente se non ostile. E sono la grande maggioranza. Ma per evitare che l'opera meritoria e preziosa di questi preti sia offuscata dagli scandali, occorre affrontare i problemi con forza e rigore. La sensazione, in questa triste vicenda, è invece che abbia prevalso la tentazione di nascondere la polvere sotto il tappeto. Alla fine del 2015 Papa Francesco, di fronte alla Curia romana, pronunciò un discorso a proposito di quelle che definì le malattie della Chiesa. Queste, ricordo Bergoglio, richiedono prevenzione, vigilanza, cura e purtroppo, in alcuni casi, interventi dolorosi e prolungati. Forse qualcuno se n'è dimenticato.
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