Zanella, 95 licenziamenti e trasloco a Salerno: «Ma c'è uno spiraglio»

Mercoledì 11 Gennaio 2017 di Roberto Cervellin
La Zanella a Caldogno
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CALDOGNO - «Si è aperto uno spiraglio». Sono giorni decisivi per l'ex Zanella di Caldogno. A fine gennaio proprietà, Regione e sindacati dovrebbero tornare a riunirsi per parlare del futuro dell'azienda tessile che occupa 95 dipendenti, in gran parte donne di 40-45 anni, e produce pantaloni di lusso - 140mila capi all'anno - destinati soprattutto al mercato americano.  La chiusura dello stabilimento per il costo del lavoro troppo alto - con il relativo licenziamento dei lavoratori - annunciata a fine 2016 dai proprietari della statunitense Tengram attraverso “Vicenza Manufacturing”, responsabile della parte produttiva dello stabilimento, potrebbe essere scongiurata o quanto meno temporanea. Il 13 gennaio, sottolinea Sergio Merendino, responsabile della Filctem Cgil, la fabbrica cesserà l'attività. Per i lavoratori si aprirà un periodo di 8 mesi di cassa integrazione in deroga sostenuta dalla Regione e, successivamente, cioè da agosto 2017, dovrebbero scattare ulteriori ammortizzatori sociali della durata di un anno.
 

 

Ma nel frattempo le parti, di cui fanno parte, tra gli altri, Maristella Zambon della Femca Cisl e le Rsu, torneranno a dialogare. «Il fatto che al tavolo partecipi Tengram fa ben sperare - osserva Merendino - Ricordo che vengono apposta dagli Usa. Ci hanno lasciato uno spiraglio di positività». Fiduciosa anche Elenza Donazzan, assessore regionale al lavoro: «La scelta di spostare la produzione a Salerno è giustificata dal minor costo del capo - precisa -. Mi auguro di affrontare con ragionevolezza il tema della differenza del costo del lavoro tra Sud e Nord e di convincere l'azienda a mantenere la produzione a Caldogno». Il sindaco Nicola Ferronato ha aupiscato che l'ex Zanella «continui a creare occupazione e benessere sociale lì dove è nata e cresciuta grazie ai sacrifici di generazioni di lavoratrici e lavoratori, famiglie che non meritano di subire uno “scippo” così grave».

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