«Non sappiamo come far rientrare 5mila miliardi di lire di evasione»

Martedì 10 Gennaio 2017 di Francesco Campi
La cerimonia in onore della beata Maria Bolognesi
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ROVIGO - Non sapendo più a che santo votarsi, sembrano aver scelto la beata polesana Maria Bolognesi. Il miracolo che le viene chiesto sembra essere quello di riuscire a convertire in euro e riportare in Italia cinquemila miliardi di vecchie lire, oltre 2 miliardi e mezzo di euro, che attualmente si trovano all'estero. Inutilizzabili. Perché nascosti al fisco e trasportati all'estero, ma poi scaduti. La vicenda, dai contorni ancora indefiniti, è emersa grazie ad un'inchiesta del settimanale L'Espresso, nella quale si fa presente come vi sia un vero e proprio tesoro di banconote fuori corso del quale i proprietari, una ventina circa, soprattutto imprenditori e costruttori, vorrebbero poter tornare a disporre.
Una figura chiave in questa storia è quella dell'avvocato Luciano Faraon di Spinea, devoto, appunto, della figura della beata di Bosaro e presidente del Centro a lei dedicato. È proprio questa associazione che secondo lo schema di rientro che è stato proposto, dovrebbe beneficiare di una donazione pari al 3 per cento della somma, ovvero circa 75 milioni. «È una prassi diffusa quella delle donazioni - spiega l'avvocato Faraon - ed è bene non confondere i piani. Ma questa operazione è conveniente per tutti».
Non a caso, anche in tempi recenti, è stato avviato un nuovo condono, nascosto dietro al termine voluntary disclosure. In questo caso si innesta il problema del cambio di valuta, da lira a euro: il termine ultimo per la conversione, evidentemente, non tornava con i tempi della prescrizione. «Lo Stato - incalza Faraon - potrebbe incassare una percentuale sostanziosa che in un momento del genere, farebbero non poco comodo. Tutto era partito come una sorta di class action di portata limitata, iniziata con una diffida alla Banca d'Italia. Poi con il passaparola è divenuta una vera e propria valanga. Non so nemmeno dire se la stima di cinquemila miliardi di lire sia esatta. Quello che conta è il principio». E a proposito di principi, Faraon, che spiega di essere uomo di grande fede e militante dell'Azione cattolica, precisa: «Non si tratta di soldi che derivano da attività di stampo criminale, né hanno a che vedere con fenomeni di stampo mafioso. Si tratta, quello sì, di evasione fiscale. Ma se ci fosse qualcos'altro dietro, non mi sarei messo per primo in gioco io, a 72 anni».
 
Ultimo aggiornamento: 12:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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