ROVIGO - È stato il guaire del suo cane a far capire ai vicini che doveva essere accaduto qualcosa a Michele Rossin, il ciclista morto nell'impatto con il furgone che l'ha centrato in pieno mercoledì. La bestiola era l'affetto più caro del 48enne, che viveva da solo in una casa popolare in viale dei Mille, a Mardimago, dopo la morte dei genitori. Di carattere riservato, Rossin negli ultimi tempi era divenuto ancora più schivo. Non aveva un lavoro fisso, viveva di espedienti, si muoveva con la sua bici fino a Rovigo, principalmente per andare alla mensa dei frati.
Una delle passioni che coltivava era quella delle pesca ma ultimamente, anche a causa di problemi di alcol, sembrava averla accantonata. Viveva senza gas e acqua corrente perché, in quanto moroso, gli erano state staccate le utenze.