Berlusconi: no a duello tv con Bersani
Guerra di cifre, Pdl contro la questura

Domenica 21 Marzo 2010
Il Pdl in piazza a San Giovanni (foto Di Meo - Ansa)
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ROMA (21 marzo) - E' scontro sul numero dei partecipanti alla manifestazione del Pdl di ieri a Roma. Oltre un milione per il coordinatore Denis Verdini. Ma la questura parla di 150mila persone in piazza. «In queste manifestazioni tutti danno numeri che fa comodo dare» dice Silvio Berlusconi che a Bersani risponde, rifiutando tra l'altro la possibilità di un faccia a faccia in tv: «Io capopolo? Non mi dispiace». «La questura perde credibilità sui numeri» afferma Fabrizio Cicchitto. «Questore in preda a una crisi etilica» aveva commentato Gasparri.

Attacca il Pd: Verdini, ironizza, Rosy Bindi «che non è abituato alle manifestazioni, vede quadruplo». «Maroni difenda la questura» chiede Emanuele Fiano, Presidente Forum sicurezza del Pd. «Parole eversive quelle di Cicchitto, un'intimidazione di stampo mafioso» afferma l'Idv che sulla guerra delle cifre dice: «Il centrodestra dà i numeri, serve un pallottoliere». Per l'Udc dopo «gli effetti speciali» della manifestazione di ieri «si pensi ai problemi reali della gente». Contro Cicchitto anche l'Associazione nazionale funzionari di polizia che parla di «critiche infondate». La capienza totale della piazza è di 156mila persone, contando 4 persone al metro quadro.

Silvio Berlusconi, a Bologna per una conferenza stampa a sostegno della candidata Anna Maria Bernini, risponde anche alle accuse di ieri di Bersani: «Non mi dispiace essere definito un capopopolo, il Popolo della libertà è nato dal basso, dalla gente, i partiti sono stati quasi obbligati ad aderire». E poi un nuovo attacco alla magistratura: «una gragnuola di magistrati ha dettato tutti i tempi della campagna elettorale». Sulle regionali afferma che «il pericolo astensione esiste» e ribadisce che «non votare significa dare un voto a sinistra».

«Io recordman democrazie». «A chi parla di declino di Berlusconi, dico solo - afferma il premier - che dopo le elezioni avevo il 68% del consenso, adesso sono sceso al 61%, mentre Sarkozy è al 32%, la Merkel al 40% e Obama al 42%: io sono il recordman delle democrazie occidentali, come si può pensare che un leader al 61% sia in declino?».

Poi l'attacco alle "regioni rosse": la situazione dell'Emilia Romagna e di Bologna è «contraria alle democrazie occidentali». E infine: A Bologna «non ho nulla in contrario ad elezioni anticipate in autunno».

Berlusconi: inopportuno il faccia a faccia in tv con Bersani. Silvio Berlusconi dice no alla possibilità di un confronto pubblico con il leader del Pd, Pierluigi Bersani. «Non credo che sia opportuno in questo momento - ha detto - perché le dichiarazioni quotidiane di Bersani nei miei confronti ci hanno fatto perdere la fiducia che si possa arrivare a un interscambio produttivo basato sulla realtà». E il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aggiunge: «Con chi dovremmo dialogare o confrontarci? Forse con chi in campagna elettorale ha scelto la strada giudiziaria, intercettativa e gossippara?».

Il Pd: questo è odio. «È amore non volere un confronto col proprio contendente politico? O forse non è la massima espressione di odio?» dice il vicesegretario del Pd, Enrico Letta. «Il padrone delle tv ha paura delle televisioni, o teme piuttosto il confronto tra chi insulta e pensa ai fatti propri e chi pensa ai problemi degli italiani e propone un'alternativa di governo?» afferma Michele Ventura,

vicecapogruppo del Pd alla Camera. «Misurarsi davanti a tutti sui temi veri che interessano gi italiani sarebbe una vera prova di democrazia. Ma evidentemente il premier al contradditorio preferisce i monologhi» sostiene Andrea Orlando, parlamentare del Pd e responsabile giustizia del partito.

Berlusconi e Santoro a Bologna. «È la dimostrazione che nel nostro Paese esiste il massimo della libertà. Evviva». Commenta così il premier l'appuntamento del 25 al Paladozza dove ci sarà Michele Santoro, insieme a tutto lo staff di Annozero, con Raiperunanotte, programma che verrà trasmesso su Current (Sky 130) come conferma Al Gore.

«Chiude i programmi scomodi poi parla di libertà d'informazione» replica il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando.

Berlusconi, intercettazioni, magistraura e processi. Le intercettazioni «sono uno strumento assolutamente non idoneo» ha detto il premier nel pomrriggio a Firenze per presentare la candidata alla presidenza della Regione Toscana, Monica Faenzi. Secondo Berlusconi le intercettazioni possono essere, attraverso il sonoro, «anche modificate». In questo uso, secondo il premier, sono «uno strumento barbaro e incivile». La sovranità in Italia appartiene a Magistratura Democratica, afferma il presidente del Consiglio. «La sovranità appartiene al popolo - ha affermato - il quale la passa al Parlamento, che fa le leggi: ma se una legge non piace ad una certa parte dei magistrati, che si può individuare in Magistratura Democratica, loro portano la legge in Corte di Cassazione, che la abroga. La sovranità appartiene a Magistratura Democratica: se vi sembra una cosa accettabile in una democrazia, ditemelo...». E aggiune: «In 16 anni di inchieste sul mio conto sono sempre stato assolto eppure è intervenuta la prescrizione che significa che i pubblici ministeri, pur nella lunghezza dei processi, non sono stati capaci di avvalorare le loro tesi accusatorie».

Per le riforme il premier dice di non avere «fiducia nella possibilità di un accordo dell'altra parte, che è un'opposizione del '"no" assoluto, che non ha mai votato con noi anche cose tranquille e per l'interesse pubblico». Inoltre non ravvisa la necessità di «un cambiamento della legge elettorale, che ha funzionato molto bene».

Le polemiche sul comizio del premier e i numeri della piazza. Rosy Bindi afferma che Berlusconi fa «promesse da sciamano» a una kermesse che è stata «un rito, non una manifestazione» e adesso si è spinto ad assicurare «la sconfitta del cancro».

Casini: ora i problemi della gente. «Finiti gli effetti speciali e i giuramenti un po' ridicoli, bisogna a tornare a pensare ai problemi degli italiani» commenta il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini a Napoli a una manifestazione elettorale con il candidato presidente del centrodestra, Stefano Caldoro. L'Italia, aha aggiunto, è Paese che «si sta distruggendo nei corporativismi categoriali, geografici, istituzionali». «Questo è un Paese dove ci sono alcuni magistrati contro i politici, il Nord contro il Sud, gli extracomunitari contro gli italiani, i lavoratori dipendenti contro gli autonomi», ha aggiunto Casini. «Non so se c'è bisogno di un partito di centro - ha proseguito il leader dell'Udc - ma di un partito che parli per la riconciliazione nazionale sì».

«No alla delegittimazione dei giudici» afferma Casini secondo il quale «ci sono dei giudici militanti e faziosi ma la stragrande maggioranza è di persone perbene. E se noi contribuiamo alla delegittimazione del corpo giudiziario finiamo per dare solo un grande aiuto ai corrotti e ai corruttori». Il problema della giustizia «per la gente comune sono i 15 anni che occorrono per una sentenza civile».

Parlando poi della Lega, Casini ha detto: «fotografa dei disagi che ci sono» ma «il compito della politica non sia quello di denunciare il malessere, speculare sul disagio o iniettare, come droga, nuove suggestioni presentate come soluzioni, ma è quello di guidare il Paese, di risolvere i problemi, prendendo per mano un Paese, cercando di dare delle risposte alla gente».

Idv: il centrodestra dà i numeri, serve un pallottoliere. «Se danno i numeri, regaliamo noi un pallottoliere agli esponenti del Pdl» ha affermato in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. Massimo Donadi parla di doppio flop, una manifestazione «straordinario segno di debolezza sia dal punto di vista organizzativo, per la pochezza dei numeri, sia dal punto di vista politico, perché è apparso chiaro che Silvio Berlusconi non ha più nessuna ricetta per risolvere i problemi del paese».

Di Pietro: Berlusconi è un dittatore al tramonto. «Invece di occuparsi dei seri problemi economici del Paese - dice il elader dell'Idv - passa il tempo a compilare liste di proscrizione e a fare proclami contro la magistratura e l'opposizione. Evidentemente questo Wanna Marchi della politica è in affanno a causa dei sondaggi che lo danno in caduta libera. È un'immagine sbiadita di un dittatore al tramonto che continua a propinare con livore, a reti unificate, le sue bugie».

D'Alema: da Berlusconi populismo, ma ormai è in declino. Il discorso di Silvio Berlusconi a San Giovanni è «improntato a demagogia e populismo», il fenomeno politico del Cavaliere «è in declino» commenta Massimo D'Alema, dalle pagine de L'Unità.

Cicchitto: questura perde credibilità sui numeri. «Siamo francamente stupefatti da ciò che ha affermato la questura di Roma. Quando la piazza è strapiena il numero dei presenti è molto più vicino alla cifra affermata dall'onorevole Verdini che a quella indicata dalla questura, che, dando il numero di 150 mila, ha perso di credibilità» afferma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. «Ciò lo diciamo al netto del fatto che noi abbiamo sempre difeso le ragioni delle Forze dell'ordine, ma evidentemente, non solo da ciò che è avvenuto ieri, ricaviamo l'impressione che alla questura di Roma c'è qualcosa che non funziona», afferma. «Il carisma e la popolarità di Berlusconi - aggiunge - sono elevatissimi, dimostrando che la campagna costruita sui gossip, su Spatuzza e la mafia, su Bertolaso, sulle liste non ha avuto successo».

Giovanardi: 150mila risultato entusiasmante. La manifestazione del Pdl di ieri è stata «straordinaria», secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi. «Se in una settimana il Pdl riesce a organizzare e promuovere una manifestazione, facendosi certificare dalla Questura 150.000 partecipanti - ha detto - è un grande risultato di cui essere davvero entusiasti».

Pd e Idv contro le critiche di Cicchitto alla questura. «Intervenga subito il ministro Maroni per difendere la professionalità della Questura attaccata violentemente e volgarmente da Gasparri e Cicchitto, semplicemente per aver detto la verità» dichiara Emanuele Fiano, Presidente Forum sicurezza del Pd. «Le foto aeree della manifestazione ieri a Roma dimostrano che le cifre di un milione di partecipanti è totalmente falsa», conclude Fiano. «Le parole di Cicchitto sono pericolose ed eversive, un'intimidazione di stampo mafioso alla questura di Roma» afferma il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario.

Udc: per Cicchitto ministero Interno è diventato soviet?. La polemica del Pdl contro la Questura di Roma «è semplicemente ridicola» afferma il deputato dell'Udc Roberto Rao. «Una settimana fa il centrodestra esultava nel leggere i numeri della Questura che ridimensionava le cifre della manifestazione della sinistra in piazza del Popolo, oggi invece ne denuncia la perdita di credibilità, solo perchè ha osato rivedere al ribasso le surreali cifre degli organizzatori di piazza San Giovanni, un doppiopesismo incomprensibile, a meno che i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato Cicchitto e Gasparri non vorranno spiegarci che il ministero dell'Interno e la Questura - conclude Rao - nell'ultima settimana si siano trasformate in soviet guidati da pericolosi comunisti sovversivi...».

L'Associazione nazionale funzionari di polizia parla di «critiche infondate». L'Associazione nazionale funzionari di polizia (Anfp) parla di «critiche infondate» che «danno la misura del senso dello Stato e della coerenza di certi politici». cicchitto aveva detto che la questura ha perso credibilità. Maurizio Gasparri aveva parlato del questore di Roma «che evidentemente in preda a stress o in crisi etilica ha diffuso cifre false». Se avessero voluto una «stima scientifica avrebbero potuto fornire la polizia di Stato di strumenti di rilevazione moderni ed in grado di compiere affidabilmente tale conta sulla base di algoritmi atti a decifrare numericamente l'occupazione degli spazi». E invece, l'attenzione di questi politici, dice il segretario nazionale dell'Anfp, Enzo Letizia «nell'ultima finanziaria, è stata rivolta a sottrarre fondi (-3,5% rispetto al 2009) al dipartimento della Pubblica sicurezza ed ai capitoli destinati al potenziamento tecnologico». «Penoso è, inoltre - prosegue Letizia - lo stato dell'informatizzazione, con ditte private che, amiche degli amici, realizzano programmi che forniscono apparecchiature mai entrate in funzione». «Questi politici poco attenti e ancor meno rispettosi, non si accorgono che, mentre paghiamo cifre spropositate per gli affitti ai privati dei poli Anagnina e Tuscolana - concludono i funzionari di polizia - restano inutilizzate aree e stabili del demanio militare che potrebbero essere destinati alle esigenze della sicurezza del Paese risparmiando sui canoni».

Anche il segretario del Sindacato autonomo di polizia (Sap) difende la questura di Roma. Il dato sui partecipanti «rappresenta la realtà dei fatti» dice Nicola Tanzi, segretario del Sap. «Ognuno deve fare il proprio mestiere - dice Tanzi - La questura fa bene il proprio lavoro». Anzi, prosegue, «sicuramente erano qualcosa in meno e non in più». Tanzi parla di «metodologie consolidate che sono utilizzate dai responsabili dell'ordine pubblico e dalla Digos».

Coisp: governo farsa di se stesso. Un governo che «sfila contro un altro potere dello Stato, la magistratura, e che smentisce i propri organismi, cioè la polizia di Stato» non è altro che «la farsa di se stesso» afferma il segretario del sindacato di polizia Coisp, Franco Maccari. Con le critiche a polizia e magistratura, prosegue il Coisp, si otterrà «un violento scontro sociale senza precedenti in cui i mandanti saranno proprio i rappresentanti del governo».

Capezzone attacca Pd e Udc. «Il Pd e l'Udc, con le loro stucchevoli e livorose reazioni alla straordinaria manifestazione di Piazza San Giovanni, hanno mostrato non solo di non avere rispetto per i cittadini scesi in piazza, ma anche di non aver capito cosa è successo davvero ieri» afferma il portavoce del Pdl Daniele Capezzone.

Bondi contro D'Alema-Casini-Rutelli. «Ciò che dicono all'unisono nei confronti dell'alleanza tra il Pdl e la Lega è lo specchio fedele di una politica indifferente ai contenuti della politica e dell'azione di governo. D'Alema, Casini e Rutelli sono l'espressione di una politica che vive e si esaurisce nelle parole, che si alimenta di vuoti e astratti cicalecci, che mira unicamente al potere e alla sua gestione» afferma in una nota Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl.

Polemiche anche per il giuramento dei 13 candidati alle regionalisul palco di San Giovanni. A Pier Ferdinando Casini il giuramento in piazza non «è piaciuto perché non solo mi ricorda il giuramento di Pontida ma perché non posso dimenticare che ieri in piazza c'era non Silvio Berlusconi, ma il presidente del Consiglio dei Ministri. E non si può mai dare l'idea che nel rapporto tra istituzioni dello Stato ci siano figli e figliastri». Per Casini il giuramento di ieri «finisce per rappresentare un precedente molto pericoloso».

«Una scena imbarazzante, hanno giurato anche alcuni campioni dell'autonomismo federalista, un federalismo un po' particolare, i più grandi propugnatori li ho visti in una scena, scegliete voi, tra Pontida e una Prima Comunione» dice Emma Bonino.

Per il il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti «se si deve giurare su qualcosa si giuri casomai sulla Costituzione». Il giuramento rappresenta un impegno «davanti alla nostra gente» replica il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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