SAN MARTINO - Le lacrime, i biglietti, i fiori, gli abbracci. Purtroppo anche la tensione. Circa 250 persone hanno partecipato ieri nella chiesa di San Martino al funerale di Matteo Bottecchia, il 33enne morto sei notti fa gettandosi dal viadotto dell'autostrada dopo avere ferito gravemente Gianpietro Pagotto, attuale compagno della sua ex Marta Langero.
Quest'ultima ha deciso di presentarsi al funerale, visibilmente e comprensibilmente provata. Prima dell'arrivo del feretro con la salma di Matteo, in mezzo a una fitta nebbia, la 24enne ha stretto a lungo tra le mani una busta bianca con un messaggio, che al momento dell'ingresso in chiesa ha infilato tra la bara e i fiori bianchi e rossi che la accompagnavano. Poco prima era entrato nell'edificio sacro anche un cestino di fiori con un nastro sul quale compariva il nome della piccola Sofia, figlia di Marta e Matteo.
Un'anziana che le era vicina si è rivolta a lei in maniera dura: «Bisogna piangere prima, non dopo», invitandola a «vergognarsi». L'ex convivente di Bottecchia, quasi incredula, ha cercato di chiarirsi con la donna, ma le due sono state separate dai presenti. E dire che solo pochi istanti prima la ragazza e la madre di Matteo, Patrizia, si erano abbracciate accanto al feretro e sotto gli occhi dei colleghi del Bim Piave del 33enne, tra i quali l'ex vicesindaco Tiziano Zanette, e i parenti, gli amici e i conoscenti, che hanno accompagnato tra le lacrime l'uscita del feretro dalla chiesa.
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