"Voci per la libertà", il sito web
del concorso hackerato da islamici

Domenica 17 Maggio 2015
"Voci per la libertà", il sito web del concorso hackerato da islamici
VILLADOSE - Da ieri pomeriggio, intorno alle 16, il sito dell'associazione di Villadose "Voci per la Libertà" è stato preso di mira da un gruppo di terroristi islamici che se ne è impossessato tramite hacker e sta diffondendo messaggi rivolti al Governo italiano. Cercando di aprire il sito www.vociperlaliberta.it appare l’immagine di un uomo, Bassem Becha, con in braccio una bambina. In sottofondo una musica araba e un messaggio scritto in inglese e tradotto in italiano.

«Questo è un messaggio per il governo italiano - si legge - Bassem non un terrore. Libertà per Bassem Becha. Titolare di nazionalità tunisina sotto la protezione della squadra Fallaga tunisino sotto qualsiasi cielo e sopra ogni terreno e abbiamo in movimento per lui tutte le nostre flotte elettronici».

Lo scorso febbraio il Fallaga Team era stato sgominato dalla polizia tunisina con l'arrestato di sei componenti. Il gruppo di hacker si era reso responsabile dell’attacco di oltre 20mila siti web francesi di scuole e ospedali.

L'associazione "Voci per la Libertà", insieme alla sezione di Rovigo di Amnesty International Italia, organizza da 18 anni a Rosolina il concorso musicale dal vivo "Voci per la libertà - una canzone per Amnesty", una manifestazione culturale il cui intento è diffondere i principi della Dichiarazione universale dei diritti umani attraverso l'arte e la musica. Il Festival è nato nel 1998 in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, con l'intento di diffonderne i principi attraverso la musica. Nel 2010 ha ricevuto la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Sconcertato il direttivo dell'associazione che si è messo subito in contatto con la Polizia Postale per cercare di capire quali passi intraprendere per tutelare il sito e l'associazione stessa. Da sempre l'associazione si fa promotrice della libertà, in particolare quella di stampa. «È incredibile che proprio noi che diffondiamo la libertà - spiega Michele Lionello, fondatore e direttore artistico -, in particolare la libertà di stampa e di informazione, ci troviamo a subire l’attacco degli hacker. Basti pensare alla nostra campagna per la liberazione di Raif Badawi, il blogger arabo condannato a mille frustrate».

Il presidente Giovanni Stefani ha fatto denuncia alla Polizia Postale. «Siamo in contatto con il tecnico del sito - ha spiegato Stefani -, per ripristinarlo prima possibile». Il sito è tornato visibile verso le 8 di ieri sera. Oltre al sito dell’associazione polesana il gruppo di "terroristi informatici" ha colpito anche una scuola elementare di Preganziol, in provincia di Treviso.
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