La studiosa della Sindone in città
«Medievale? Test ritenuti non validi»

Venerdì 23 Ottobre 2015
Emanuela Marinelli nello studio del sindaco Riccardo Poletto

BASSANO - Alla studiosa della Sindone il premio Cultura Cattolica, 33. edizione. Emanuela Marinelli è stata ricevuta in municipio dal sindaco Riccardo Poletto e in serata vi sarà, a cura della Scuola di Cultura Cattolica, emanazione del gruppo che si rifà all'esperienza del Comune dei Giovani a Santa Croce, la cerimonia di conferimento del premio a una delle personalità distintesi nel campo della cultura cattolica, con intervista del vaticanista Marco Tosatti. “Il Premio è sempre una bella ricorrenza”, ha esordito il sindaco Poletto. “È un’occasione che proietta Bassano a livelli importanti”. E il premio alla professoressa Marinelli, ha commentato Poletto, “ha un significato enorme per i credenti, ma anche per i non credenti”. La Sindone, infatti, “è un simbolo che vale per tutti perché mostra non solo quanto l’uomo possa far soffrire un altro uomo, ma anche quanto qualcuno possa soffrire per il bene degli altri”.

“La Scuola di Cultura Cattolica – ha aggiunto il presidente dell’associazione Andrea Mariotto – ha sempre voluto evidenziare al pubblico, con l’assegnazione del Premio, quelle personalità che avessero saputo fare della fede cultura. La professoressa Marinelli ha fatto della Sindone una vita, essendosi dedicata esclusivamente da 38 anni alle ricerche sul Sacro Lino”.

Anni di studi affascinanti hanno fatto della Marinelli una delle maggiori esperte del lenzuolo storico.

"La Sindone - ha spiegato la Marinelli in un'intervista - è un lenzuolo straordinario perché la sua stoffa, oltre a essere macchiata di sangue umano, reca impressa l’immagine del cadavere che vi fu avvolto per poche ore. Le sofferenze subite dall’Uomo della Sindone coincidono esattamente con quanto descritto dai Vangeli. Una lunga tradizione identifica la Sindone con il lenzuolo funebre di Gesù, la sindón (lenzuolo) acquistata da Giuseppe d’Arimatea per la sua sepoltura, gli othónia (teli) che Pietro e Giovanni troveranno vuoti. La manifattura rudimentale della stoffa, la torcitura Z (in senso orario) dei fili, la rara e pregiata tessitura in diagonale 3 a 1, la presenza di tracce di cotone egizio, l'assenza di tracce di fibre animali, la grande abbondanza di pollini di provenienza mediorientale, la presenza di aloe e mirra, la presenza di un tipo di carbonato di calcio (aragonite) simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme, una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada (un’altura vicina al Mar Morto) rendono verosimile l'origine del tessuto nell'area siro-palestinese del primo secolo. L’unico test che ha fornito risultati contrari all’autenticità della Sindone è la prova del radiocarbonio (C14) che ne collocò l’origine nel Medioevo. La datazione radiocarbonica della Sindone, però, non è ritenuta valida per fondati motivi, in quanto il campione esaminato non era rappresentativo dell’intero tessuto".

Ultimo aggiornamento: 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA