I due amanti di Romano ammanettati
nella notte: hanno fatto scena muta

Venerdì 24 Aprile 2015
Da sinistra Lo Gatto, Palazzo e la vittima Gualtieri
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BASSANO - Svolta nella notte per il caso dell'omicidio di Possagno: una coppia di giovani di Romano d'Ezzelino, un uomo e una donna, è stata portata nella caserma dei carabinieri e sottoposta a fermo di polizia giudiziaria perché fortemente indiziati dell'omicidio di un uomo, anche lui di Romano d'Ezzelino. Il blitz degli uomini dell'Arma di Treviso è avvenuto nella notte nell'abitazione di lei, in quartiere Cristallo a Fellette di Romano.

I due fermati, e accusati di omicidio, sono Manuel Palazzo, 27 anni, originario di Asolo ma da tempo gravitante su Romano d'Ezzelino, e Lucia Lo Gatto, 41, residente in quartiere Cristallo di Romano. La vittima, ex convivente della donna nello stesso appartamento del quartire, è il quarantenne Aldo Gualtieri. Come abbiamo già scritto, Palazzo e la Lo Gatto erano assieme nella casa di lei quando, nella notte, sono arrivati i carabinieri. L'uomo è stato portato nel carcere di Treviso, la donna in quello di Venezia.

Ai militari che li stavano ammanettando non hanno detto nulla. Riguardo al provvedimento di fermo si dovrà attendere la decisione di convalida o meno da parte del gip che andrà presa entro le prossime 48 ore. Frattanto, i carabinieri hanno posto sotto

sequestro l'appartamento di Fellette di Romano d'Ezzelino dove abitavano i due conviventi e l'auto, una Golf, che sarebbe stata usata per trasportare il corpo di Gualtieri a Possagno. L'autopsia molto probabilmente sarà effettuata la prossima settimana. Proseguono intanto le indagini dei carabinieri di Treviso per delineare più chiaramente i risvolti dell'omicidio che, stando ai primi accertamenti, sarebbe avvenuto per ragioni passionali. Non è stato ancora stabilito come Gualtieri sia stato ucciso, né l'arma usata. In supporto all'Arma trevigiana è intervenuto il Ris a cui è affidato il compito degli esami tecnici, tra l'altro, della casa e della vettura.

L'omicidio sarebbe stato compiuto nello scorso fine settimana. I militari sono riusciti così a poche ore dal ritrovamento del cadavere a risolvere quello che, in un primo momento, appariva un giallo, identificando la vittima e individuando i due presunti assassini.

Il corpo della vittima si trova all'ospedale di Treviso, a disposizione dei consulenti che saranno nominati dal sostituto procuratore della Repubblica Maria Giovanna de Donà.

L'uomo è stato ucciso forse a coltellate, bruciato nel bosco e ricoperto di sassi. Un giallo che si consuma all’ombra del tempio del Canova, a Possagno. Proprio nella zona boschiva lungo il sentiero Castel Cesil è stato ritrovato nel primo pomeriggio di ieri il cadavere carbonizzato di un uomo dell'apparente età di quarant'anni. E nella notte una coppia di giovani residenti nel Bassanese, un uomo e una donna, visti sul luogo del ritrovamento con una Volkswagen Golf, è stata arrestata. Solo oggi nel primo pomeriggio si sono conosciute le loro identità. I carabinieri naturalmente indagano a 360 gradi ma la pista della coppia della Golf è parsa subito decisiva.

L'allarme è scattato ieri alle 13.58. Al Suem di Crespano arriva la telefonata di due boscaioli: «Sotto un cumulo di pietre ci sono delle ossa, venite a vedere». Ad attirare l’attenzione di Elido e Andrea Fornasier, taglialegna del paese, non è tanto quello strano ammasso di sassi, quanto la mole di mosche che ci girano sopra. Quando si avvicinano capiscono il motivo: lì sotto c’è un cadavere.

Mentre aspettano che arrivi il dirigente del settore emergenza, chiamano un loro amico, Giorgio Rigo, il meccanico del paese. E qui il mistero se possibile si ingigantisce. Quando l’uomo arriva ha un sussulto.

Proprio lì domenica mattina ha recuperato un’auto in panne, una Golf grigia. Quel cumulo di pietre che ancora fumavano lo aveva notato anche lui, ma non ci aveva fatto caso. Ora invece diventano un macabro presagio.

A chiamarlo in soccorso della coppia di ragazzi era stato l’organizzatore della corsa podistica, Pietro Dal Broi, che è passato per quel sentiero la stessa domenica. Insieme alla moglie verso le 9.30 era andato a fare da apripista, quando ha notato la Golf ferma sotto il costone della montagna. «Vi pago quanto volete ma aiutateci ad andare via da qua».

Un giovane agitatissimo gli si era parato davanti, spiegandogli che si era consumata la batteria della macchina. Con lui c’era una ragazza che continuava a nascondersi. Dietro di loro il cumulo di pietre e sopra della legna che ancora ardeva. Tutta la situazione era strana, ma Dal Broi non ci ha fatto caso, ha pensato solo «che strano momento per fare una grigliata». Ha chiamato il suo amico meccanico e se n'è andato.

I podisti sono passati a centinaia. L’auto è rimasta lì. La strana coppia ha aspettato. Le pietre fumavano. Nessuno si è accorto di nulla. Dopo un’ora è arrivato il meccanico, ha ricaricato la batteria. I due hanno ringraziato e sono spariti. E stanotte la coppia è stata trovata e portata in caserma. Su di loro più di un sospetto. Poi la convinzione degli inquirenti e le manette.

Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 00:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA