Napolitano al 70° del D-day: «Con il rispetto dei Grandi, Italia protagonista nella Ue»

Domenica 8 Giugno 2014 di Paolo Cacace
Obama e Napolitano
stata una giornata memorabile per tutti, positiva e gratificante per l’Italia. All’indomani della sua partecipazione alla solenne cerimonia per il 70 anniversario del D-day, e cioè dello sbarco degli alleati in Normandia, Giorgio Napolitano riflette, con un intervento affidato al Messaggero, sul significato di quello storico avvenimento (era la prima volta che l’Italia veniva invitata al tavolo dei "vincitori") e sui contatti bilaterali con i capi di Stato e di governo presenti.



«Ho colto sempre un’attenzione rispettosa per il ruolo dell’Italia in Europa», spiega il capo dello Stato precisando: «Nei rapidi colloqui con la Cancelliera Merkel e con il Presidente Obama ho colto echi di simpatia per il nostro giovane presidente del Consiglio che entrambi avevano incontrato alla vigilia».



L’ORGOGLIO

Ma Napolitano si sofferma anche sulle ragioni per cui questa volta l’invito alle celebrazioni del «giorno più lungo» del secondo conflitto mondiale è stato esteso anche all’Italia. «In quello storico luogo - sottolinea il Presidente della Repubblica - erano rappresentati in primo luogo tutti i Paesi che hanno contribuito alla lotta e alla vittoria contro le forze del nazi-fascismo e quindi Gran Bretagna, Stati Uniti e Russia, ma insieme anche tutte le nazioni che hanno sofferto le odiose vicende dell’aggressione e dell’occupazione tedesca in Europa». E soggiunge: «L’Italia questa volta non poteva mancare: di qui l’invito rivoltomi dal presidente francese Hollande, anche con parole di specifico riferimento al mio personale legame con la tradizione dell’antifascismo italiano».



D’altra parte nel discorso di Hollande - ricorda ancora Napolitano - e nelle immagini che venivano proiettate contemporaneamente nel corso della cerimonia sulla spiaggia dello sbarco, è stata esplicitamente citata la Resistenza in Italia nel duro periodo dell’oppressione nazista. Né va dimenticato che appena due giorni prima dello sbarco in Normandia le forze alleate avevano liberato Roma, con il «prezioso concorso» della Resistenza che aveva operato nella Capitale, pagando duramente il suo coraggio con l’orribile massacro delle Fosse Ardeatine.



LA RIFLESSIONE

Inoltre - continua la riflessione di Napolitano - la peculiarità storica della posizione dell’Italia nel 1944 stava nell’essersi formato nel nostro Paese, cioè nell’Italia liberata, un nuovo governo legittimo, che rompendo col fascismo, dopo aver firmato l’armistizio con le forze alleate, aveva dichiarato guerra alla Germania e aveva schierato l’Italia al fianco degli alleati come cobelligerante. Di più: quel governo aveva al tempo stesso promosso la rinascita dell’esercito italiano, i cui primi nuclei ebbero il battesimo di fuoco nella battaglia di Mignano Montelungo.



Insomma, tutto ciò fa dire a Napolitano: «Mi sono sentito pienamente a mio agio sulla spiaggia in Normandia, in un clima di incancellabile solidarietà che ci univa tutti, rappresentanti di diciannove Paesi». Un clima generale che ha propiziato un atteggiamento disteso, colto da Napolitano nei brevi scambi di battute con il presidente americano Obama, con la cancelliera tedesca Merkel e con il presidente ucraino Poroshenko, che avevano dialogato con il leader russo Putin anche per cercare di fermare il bagno di sangue in Ucraina. Resta viva la soddisfazione del capo dello Stato per una partecipazione che testimonia del rispetto e del crescente peso che l’Italia gode sulla scena internazionale.
Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 07:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA