Uomini italiani insoddisfatti delle dimensioni: tra i "ritoccati", uno su due è del Sud

Giovedì 22 Maggio 2014
Uomini italiani insoddisfatti delle dimensioni: tra i "ritoccati", uno su due è del Sud
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Il 'maschio latino', un mito che non decade, specialmente nel sud Italia, dove c' un vero e proprio identikit a caratterizzarlo: trentacinquenne, sposato, benestante, di buona cultura.



È nel Meridione d'Italia, infatti, che il mito del maschio latino sembra resistere, anche e soprattutto in camera da letto. Almeno è quanto risulta dal primo identikit ufficiale dell'uomo italiano che ricorre alla penoplastica per guadagnare centimetri sotto gli slip, sia in lunghezza che in diametro.



Una fotografia scattata analizzando i dati relativi a oltre 3 mila fra consultazioni e interventi chirurgici, raccolti dal 2003 al 2013 da Alessandro Littara, co-fondatore e responsabile del Centro di medicina sessuale di Milano, struttura di riferimento per il 'sex design', la chirurgia intima per lui e per lei.



Sabato 24 maggio lo specialista interverrà al XXXV Congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica, al via domani a Roma. «I dati che presenterò - spiega Littara all'Adnkronos Salute - permettono di disegnare per la prima volta nel nostro Paese l'identikit dell'uomo che si rivolge al chirurgo andrologo».



Un esercito in crescita costante, ricorda l'esperto che segnala un +20-25% annuo di richieste di ritocco, con una media di 300 operazioni all'anno. Da 20 a 30 al mese, a seconda dei periodi. Il ritratto del paziente-tipo non risparmia sorprese. Innanzitutto, anticipa Littara, «contrariamente a quando si crede il motivo principale della richiesta è puramente estetico solo nel 22% dei casi. Il 78% vive invece un disagio vero, più o meno grave» e «a volte immotivato, se si considerano soltanto i centimetri della 'dotazione'. Altre volte, pur senza arrivare al caso estremo del micropene, si osservano misure effettivamente inferiori allo standard maschile italiano (da 13 a 16 cm in erezione)».



Il secondo dato che stupisce è lo stato civile: «Non si tratta affatto di 'Don Giovannì impuniti. Il 67% dei pazienti è sposato o convive da tempo, solo il 33% è single. Il 75% è eterosessuale».





L'età più rappresentata in ambulatorio «va dai 35 ai 45 anni (40% delle richieste) - riporta Littara - Seguono 25-35enni (30%) e 45-55enni (22%), e aumentano i 55-70enni (5%). Il 55% è diplomato, il 30% laureato e il 15% ha finito la scuola dell'obbligo. Il 27% è commerciante, il 24% libero professionista, il 23% imprenditore e il 13% impiegato. In coda operai (7%), artigiani (4%) e studenti (2%)».



Infine, la provenienza: «Dal Centro Italia il 20%, dal Nord il 30% e dal Sud e Isole circa il 50%». La metà. «Forse per motivi culturali - ragiona l'esperto - per una particolare importanza data al concetto di virilità», per l'idea che anche la 'taglià conta e parecchio.



L'ipotesi sembra confermata dai motivi delle richieste. «Gli uomini del Nord sono più preoccupati di mostrarsi agli amici», mentre a crucciare quelli del Sud sono «soprattutto i rapporti con l'altro sesso». C'è la voglia di stupire, o perlomeno di non sfigurare. Ma che si tratti di 'sindrome dello spogliatoio' o di ansia da prestazione, il comune denominatore è il disagio psicologico che in 8 casi su 10 serpeggia tra gli uomini che ricorrono al bisturi per le parti intime.



Se «nel 45% dei casi è vissuto in forma lieve (uomini insoddisfatti, ma che comunque hanno avuto diverse partner, sono sposati o conviventi con figli) - puntualizza Littara - nel 35% il disagio è più serio: uomini che nella vita hanno avuto uno solo o pochi partner, e che in palestra o a calcetto si imbarazzano al punto di fare la doccia in mutande. Nel 20% dei casi, poi, il problema è grave: paura o rifiuto di mostrarsi nudo, isolamento sociale, apparente disinteresse per il sesso».



A far scattare il senso di inadeguatezza c'è il più delle volte un'esperienza di vita vissuta: «Il commento sarcastico di una partner occasionale, la derisione degli amici, il confronto con i pari, un'aggressività sessuale vera o presunta della partner», che viene vista con il dito puntato a giudicare. «Certo è che nella pratica - conclude il chirurgo - le persone con il pene piccolo hanno meno partner sessuali. Sono più fedeli», per scelta o per necessità.
Ultimo aggiornamento: 20:29