Le Dolomiti aspettano il Condor delle Ande

Giovedì 8 Maggio 2014
Giro d'Italia numero 97 quello che scatta domani da Belfast senza un padrone ma con un favorito: il colombiano Nairo Quintana, 24 anni, secondo al Tour 2013, scalatore di razza, l'uomo nuovo del ciclismo mondiale. Il "Condor delle Ande" vola alto, come nessuno nei pronostici, soprattutto per le assenze dei big Nibali e Froome attirati dal fascino del Tour.
Lo aspettano per la definitiva consacrazione le montagne del Nordest dove la corsa rosa vivrà l'ultima decisiva settimana prima della conclusione a Trieste il 1 giugno: 21 tappe, otto per velocisti e dieci fra media e alta montagna per un totale di 3444 chilometri di cui una novantina a cronometro.
E saranno con ogni probabilità le due tappe prima dell'apoteosi, la cronoscalata Bassano-Cima Grappa e il terribile Zoncolan, la salita più selettiva, quella che davvero possono portarti in paradiso o trascinarti all'inferno, a decidere la corsa a tappe rosa.
Non che gli arrivi in salita di Oropa, Plan di Montecampione, oppure Gavia, Stelvio (Cima Coppi), Val Martello, non nascondano trabocchetti dietro ad ogni tornante, ma la terzultima e la penultima fatica saranno decisive.
Gli avversari di Quintana? Soprattutto tre. Nell'ordine lo spagnolo Purito Rodriguez, l'altro colombiano Uran (secondo nel 2013) e l'australiano Evans; anche se quest'ultimo deve fare i conti con le sue 37 primavere.
Subito dietro, appena ai piedi del podio, il veneziano Franco Pellizotti e Scarponi a cui le salite non sono mai state indigeste. Assai più lontani il veronese Cunego, sempre alla ricerca di se stesso dopo il successo al Giro da sconosciuto. Molto atteso anche Fabio Aru, 24 anni, pedigrée grimpeur, che la passata edizione scortò Nibali in rosa sino al traguardo finale. Purtroppo in questo momento il ciclismo italiano, in profonda crisi, non offre molto di più di qualche speranza.
I veneti?
«La solita pattuglia di speranze - analizza Flavio Miozzo, direttore sportivo di lungo corso - con Pellizotti che potrebbe davvero essere la sorpresa: è preparato, sta bene, ma soprattutto è maturo per interpretare questo Giro che i primi dieci giorni ti dà la possibilità di carburare, fare gamba. La sua esperienza nel saper leggere la corsa potrebbe essere la carta vincente. Cunego? Riproverà: è uno che non molla; ha il fondo anche se forse gli manca quella marcia in più per avvicinarsi al podio»
Altre possibili sorprese?
«Mi aspetto molto dal bassanese Brambilla: potrebbe essere lui la sorpresa anche se dovrà rimanere vicino a Uran e ciò potrebbe aiutarlo e penalizzarlo. Anche il marosticense Battaglin, dopo la tappa vinta dell'anno scorso, potrebbe avere qualche altro momento di gloria. Lui è molto bravo ma ha bisogno di assestamento e forse gli manca ancora un po' di tenuta».
I vicentini Sella e Canola, i veronesi Finetto e Viviani, velocista da tenere d'occhio anche se il tedesco Kittel quest'anno sarà un osso davvero duro da battere allo sprint per tutti, il friulano Gasparotto e i trentini Oss e Moser fanno parte del resto della pattuglia veneta.
Miozzo, tecnicamente che Giro sarà?
«Un Giro moderno, ben impostato, per scalatori, con insidie nascoste in ogni frazione ma che si deciderà nell'ultima settimana. In parole semplici: non è un Giro mascherato».
Non ci saranno tantissimi chilometri a cronometro, una novantina in tutto; tolta la cronosquadre iniziale e la cronoscalata del Grappa, la vera tappa contro il tempo è quella "dei vini" da Barbaresco a Barolo. Tutto questo di sicuro non favorirà il "canguro" Evans anzi renderà ancora più abbordabile il compito del "condor" Quintana che aspetta solo la consacrazione nelle Dolomiti.
In quelle salite in cui Marco Pantani, di cui proprio quest'anno ricorre il decennale della morte, scatenava l'entusiasmo degli appassionati. Ma quello del taciturno "Pirata" era tutto un altro ciclismo anche perchè parlava solo con le sue storiche imprese non appena la strada iniziava a salire lasciando agli altri giudizi e polemiche non ancora sopite.
Ora invece dopo anni di inarrestabile discesa il ciclismo s'aggrappa ad un giovane colombiano, bravo sin che si vuole, ma nemmeno l'ombra dell'indimenticato "Pirata".