Federica Pellegrini, la ragazza che
viene dal Veneto e che ama stupire

Mercoledì 25 Luglio 2012 di di Carlo Santi
Federica Pellegrini
LONDRA - Nel mondo di Fede per sognare l’oro. Dal giorno in cui la nuotatrice veneta Federica Pellegrini balzata alla ribalta olimpica, agosto 2004 ad Atene con la splendida medaglia d’argento nei 200sl, diventata una star. Quello che tocca brilla, ovunque va vince. Ma, soprattutto, suscita un interesse speciale, lo stesso interesse e lo stesso fascino delle grandissime.



È campionessa, Federica, ma è anche e soprattutto donna capace di suscitare mille interessi. Con il gossip sa (vuole) convivere e la storia nata giusto un anno fa con Filippo Magnini ne è la prova. Prima era stata la fidanzata di Luca Marin, l’ex della rivale Laure Manaudou e anche allora i riflettori si erano accesi. A Shanghai, durante il Mondiale 2011, la sua love story ha appassionato molto più delle gare. Loro negavano ma erano sempre insieme prima di scoprirsi proprio a Roma, alla festa del suo compleanno, il 5 agosto, in un locale in via Veneto, la strada della dolce vita e poi farsi vedere, qualche giorno dopo, al Palio di Siena.



Bella e brava, forte e determinata. Era timida e un po’ troppo capricciosa quando ha cominciato a vincere, capricciosa ma non monella. Era una che stava sulle sue tanto da apparire scontrosa quando, invece, non lo è. Federica ha rincorso il successo lasciando casa quand’era una bambina, a poco più di sedici anni lasciando quell’ambiente che mamma Cinzia le aveva creato. Emigrante, diciamo così, per vincere e, seguendo il primo allenatore, Max Di Mito, è finita a Settimo Milanese. Esperienza senza profitto quella lombarda anche perché nel 2005, l’anno dopo l’Olimpiade di Atene, qualcosa non andava, la spalla doleva e al Mondiale di Montreal ripetendo il secondo posto dei Giochi si è addirittura arrabbiata. Solo dopo, la Pellegrini ha capito quanto fosse stato bello quell’argento.



Milano le stava stretta perché non era scattato quel feeling speciale che occorre per realizzare le grandi imprese. C’erano i record, c’erano le medaglie ma non c’era la felicità. Arrivata presto con la chiamata a Roma, alla corte dell’Aniene, il club che le ha ridato la serenità. Ma a fare scattare la molla, a lanciare per davvero in orbita Federica è stato l’uomo della sua vita, quell’Alberto Castagnetti che l’ha allenata ma che è stato un vero secondo padre. Alberto, che se n’è andato nell’ottobre del 2009, era davvero tutto per Fede: era l’unico che sapeva tenerla a bada. Castagnetti, che era anche il cittì dell’Italnuoto, l’ha guidata al successo dei Mondiali e quello straordinario dell’Olimpiade di Pechino nei 200sl riuscendo a portarla, unica al mondo, a nuotare i 400sl in meno di 4 minuti.



Una carriera super, sempre sopra le righe, anche quando ha perso o quando è stata vittima del panico o di crisi come quella patita nei 400sl nella finale di Pechino. Era favorita, altro che, ma in gara s’è smarrita - non c’è altro modo per raccontare quella gara - ed è finita quinta. Delusione cocente, inutile negare perché l’oro era il suo traguardo. Eppure, quello stesso pomeriggio (le finali in Cina erano di mattina per via del fuso orario e della televisione) la Pellegrini ha dato prova della sua forza: nella batteria dei 200sl ha realizzato il record mondiale (1’55”45) poi migliorato in finale (1’54”82).



Superba in vasca, invincibile per le avversarie. C’era il Mondiale in casa, a Roma nel 2009, e quell’anno è stato magnifico. Un anno a ritmo di record e di medaglie d’oro, 200 e 400sl, un anno a tutto Federica Pellegrini. Dietro l’angolo, però, c’era il dolore. Difatti, in ottobre è mancato Alberto Castagnetti che ha lasciato un vuoto incolmabile. Fede è rimasta spaesata, ha faticato a scegliere l’allenatore non trovando quella guida che sapesse indicarle la direzione giusta, non solo nell’allenamento ma anche fuori dalla piscina.



Ha scelto Stefano Morini per ripartire ma il rapporto non è mai sbocciato diventando solo conflittuale. Inevitabile il divorzio. È andata a Parigi affidandosi a Philippe Lucas nel 2011, allenamenti durissimi che l’hanno portata a vincere ancora l’oro nei 200 e 400sl al Mondiali di Shanghai l’estate scorsa prima di un nuovo abbandono. Ha cercato Federico Bonifacenti ma il sodalizio è durato lo spazio di un mattino, ha scelto Roma dove vive Re Magno e ha chiesto di allenarsi con Claudio Rossetto, coach del fidanzato.

Bella e spigliata Federica, ragazza che adora il nuoto quanto il gossip. Se parla di sesso non si tira indietro, nessun imbarazzo («la mia passione? Farlo su tavolo con i tacchi a spillo»: più esplicita di così) e dice che anche prima di una gara, pure olimpica, non deve mancarle smentendo il più casto Magnini che preferirebbe la tranquillità. Qualche volta, però, si lascia andare come quando, l’autunno scorso, s’è cominciato a parlare del portabandiera. «Troppo faticoso, non mi va», ha praticamente affermato la Pellegrini con fare non certo patriottico. Certo, il giorno dopo, il 28 luglio, deve nuotare ma avrebbe potuto dire non in maniera diversa.



I tatuaggi sono la sua passione come il piercing. Quello che aveva dedicato da Marin, Balù, lo ha cancellato lo scorso settembre mentre il primo, fatto nel 2002, era un draghetto sulla caviglia destra. Poi c’è l’araba fenice e, per amore di Filo, un teschio colorato sul braccio destro mentre lui si è lasciato tatuare un calimero sull’anca.



Londra è l’Olimpiade della consacrazione per Federica. Lei sa che le avversarie sono temibili ma giura che in acqua non le farà avvicinare. Un’altra fatica prima di un po’ di riposo, staccare la spina e poi ripartire con determinazione.
Ultimo aggiornamento: 13:34
Potrebbe interessarti anche
caricamento