Massimo Boldi: «Sono vedovo da 20 anni. La mia ex fidanzata mi ha tradito con il mio migliore amico. L'ho scoperta pedinandola»

L'attore si racconta in un'intervista senza filtri

Martedì 2 Gennaio 2024
Massimo Boldi: «Sono vedovo da 20 anni. La mia ex fidanzata mi ha tradito con il mio migliore amico. Io e De Sica siamo amici»

Massimo Boldi non si aspettava che «arrivato a fine carriera avrei avuto difficoltà a fare un film, il film che vorrei quantomeno.

Per il resto sono felice: il rapporto con le figlie e i nipoti è straordinario, ho una bella famiglia».

Al Corriere della Sera l'attore comico e regista oltre che produttore racconta il suo rapporto con Christian De Sica: «Siamo amici, chi dice che abbiamo litigato mente, siamo in ottimi rapporti, abbiamo solo intrapreso delle strade diverse. Avevamo proposto a Paolo Virzì un film dal titolo “Morti dal ridere”, i protagonisti muoiono, ma io e Christian riusciremmo lo stesso a farridere...». Al cinema poi «ho portato il classico bauscia sullo schermo, Christian era il mio omologo a Roma. Tutto nasceva dalla osservazione della gente, di quello che faceva nella vita. Ho sempre imitato personaggi esistenti».

Boldi, gli esordi

Come per tanti anche per lui gli inizi sono stati difficili. Prima di fare il cominco «ho fatto molti lavori, tra cui il venditore di Buondì Motta. Lavoravo per l’agenzia Trappini che faceva la tentata vendita, setacciavo la provincia di Varese, bar, ristoranti, drogherie. Entravo e chiedevo: “Avete bisogno”? Pagavano in contanti e la sera facevamo i conti».

E se non riusciva a vendere «finiva che a cena, a casa mia, si mangiava caffè latte con i Buondì. Non avevamo una lira, dopo la morte di mio papà ero io che dovevo provvedere a mia mamma e ai fratelli». Prima di far ridere ha fatto  parecchi lavori, anche il vetrinista. Massimo andava a scuola la mattina e di pomeriggio frequentava la scuola in via Duccio da Boninsegna: «Uscivo all’alba e tornavo a casa alle 22. Come prova d’esame mi hanno fatto addobbare le vetrine di Galtrucco, lo storico negozio di tessuti milanese. È una cosa che mi è rimasta: il modo di toccare la stoffa, metterla in un certo modo».

Il rapporto con Pozzetto

Massimo Boldi ha perso suo padre da giovane ma non ha perso la sua voglia di far ridere, di essere un yuppie a vita. E nemmeno quella di suonare. «Sono cresciuto in zona Ticinese a Milano, dove ho cominciato con i miei amici a fare i primi gruppi musicali, gli Shadows e gli Apache. Suonavamo chitarra e batteria». La svolta, racconta ancora al Corsera, è arrivata all'improvviso «Grazie a Renato Pozzetto, per me un fratello. Senza di lui non avrei fatto questa professione: ci siamo conosciuti nel 1968 al Derby Club, il tempio del cabaret. Nel 1974 mi ha portato a Canzonissima».

Una persona più simpatica di Massimo Boldi? Si, esiste. «Silvio Berlusconi. Inarrivabile». Perché l'ha tradito? «Ci aveva presentato Bettino Craxi dicendomi:“Sarà la tua fortuna”. E così fu: ci siamo stati subito simpatici. Nel 1986 sono scappato da Fininvest per fare Fantastico con Adriano Celentano: mi hanno fatto causa, ho perso e mi hanno condannato a pagare 2 miliardi e mezzo. Quando sono tornato, Berlusconi mi ha perdonato: “Mi devi 2 miliardi e 500 mila risate”».

I personaggi cult e le attrici

Il personaggio più amato dal suo pubblico senza dubbio Max Cipollino: «Lui è la mia maschera. È nato negli Anni 80, quando facevo con Teo Teocoli ad Antenna 3 Lombardia quattro ore di diretta, con le battute “Lo so, lo so... non lo sapessi ma lo so”. Era un adulto rimasto bambino, la gente lo amava per questo».

E "Adesso me la ciula?"? Nasce «in “Vacanze di Natale 1995”: nella scena finale compare Luke Perry che si porta via mia figlia Cristiana Capotondi. Ballano insieme, lui le dice vieni via... Li inseguo, l’ascensore si chiude davanti a me e... “Adesso me la ciula”».

La donna più bella incontrata sul set?, «Ho recitato con Cindy Crawford e Bo Derek, ma la più bella era Ornella Muti».

La vita privata

Oggi Massimo Boldi è un uomo solo «sono rimasto vedovo 20 anni fa e ho avuto degli amori importanti. Una di loro mi ha tradito con il mio migliore amico. Mi sono sempre chiesto perché non me lo abbiano detto. Invece l’ho scoperto pedinandola: è finita male, l’ho cuccata con le mani nella marmellata».

Altra delusione. Il mancato Ambrogino d'Oro. «Non ci sono rimasto male, però è come se a Roma non avessero dato una benemerenza cittadina ad Alberto Sordi. Mi pare strano, ecco». Premio finito nelle mani di Pucci. «Sì infatti. Ma sono contento per lui, che tra l’altro ha una venerazione per me». Il suo erede? «Non è Pucci!».

Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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