L'omicidio di Serena e il suicidio di Santino: due morti per un unico giallo

Venerdì 22 Febbraio 2019 di Vincenzo Caramadre
L'omicidio di Serena e il suicidio di Santino: due morti per un unico giallo
L’omicidio di Serena Mollicone e il suicidio del brigadiere Santino Tuzi: un doppio mistero per un unico caso.
Nelle prossime settimana la Procura di Cassino dovrà decederà anche sul morte di Santino Tuzi, l’uomo, il carabiniere, che sette anni dopo l’omicidio della 18enne ha rivelato agli inquirenti di averla visto entrare in caserma il primo giugno 2001, il giorno della scomparsa.

La morte del brigadiere Santino Tuzi era stata archiviata come un suicidio per questioni sentimentali, ma con l’opposizione della famiglia, della figlia Maria, ci sono state nuove indagini.
Un fascicolo investigativo, con l’ipotesi di reato d’istigazione al suicidio, affidato dal procuratore capo Luciano d’Emmanuele, al sostituito Alfredo Mattei.

Ad indagare, a ricostruire le ultime ore di vita del brigadiere, sono  stati i carabinieri della compagnia di Pontecorvo.
Un fascicolo che non è caduto nel vuoto e che è finito direttamente nel caso Mollicone. Perché, per gli investigatori dell’Arma, le risposte alla morte di Santino sono da ricercare direttamente nelle migliaia di pagine che costituiscono il faldone sulla morte di Serena. Diversi gli elementi di connessione, per cui il fascicolo redatto dal Pm Mattei, è stato acquisito dal Pm Beatrice Siravo, dove c’è un’ipotesi di reato, d’istigazione al suicidio, nei confronti del luogotenente Vincenzo Quatrale, indagato anche per concorso morale nell’omicidio di Serena Mollicone.

Gli altri indagati per il caso Mollicone (per omicidio e occultamento di cadavere), come noto sono Franco Mottola, sua moglie Annamaria, Marco Mottola. Un altro carabiniere, Francesco  Suprano, invece, è indagato per favoreggiamento.

Un intreccio di ricostruzioni che, dopo la consegna dell’informativa conclusiva da parte dei carabinieri diretti dal colonnello Fabio Cagnazzo sul caso Mollicone, è tornato di strettissima attualità, perché la Procura, nelle prossime settimane, dovrà definirlo nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Come e perché ci sarebbe state pressioni sul carabiniere Tuzi? Una domanda che, in queste ore, si pongono in molti. Compresa la difesa del luogotenente Vincenzo Quatrale.
«Attendiamo la conclusione delle indagini per capire quale sarà eventualmente la circostanza contestata al mio assistito, sia in ordine al caso Mollicone sia per la morte di Tuzi. Quella che abbiamo appreso sinora è una ricostruzione dei fatti surreale. Il maresciallo Quatrale aveva un normale rapporto con Tuzi, un rapporto tra colleghi, mai segnato da episodi particolari», ha fatto sapere la difesa del luogotenente rappresentata dagli avvocati Francesco Candido e Paolo D’Arpino.

Ma questi sono sopratutto giorni di attesa per Maria Tuzi, la quale dichiara: «Premesso che non credo al suicidio di mio padre, ritengo che manca davvero poco al verdetto finale. La verità è vicina per Serena e per mio padre, speriamo in una rapida giustizia. Esemplare. Oggi su questo caso ho due certezze: mio padre andava protetto, tutelato dopo il primo incontro con gli inquirenti dove ha detto di aver visto Serena entrare in caserma.   
Lui aveva paura, per questo credo che poche ore prima della sua morte sia andato da questa donna, da questa presunta amante, per chiederle aiuto e sostegno dopo una rivelazione su Serena così importante».   
Ultimo aggiornamento: 15:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA