Badante denuncia: «Stalking nei miei confronti», ma aveva prosciugato il conto dell'anziano

Domenica 17 Dicembre 2023 di Gianpaolo Russo
Badante denuncia: «Stalking nei miei confronti», ma aveva prosciugato il conto dell'anziano

Da accusatrice a imputata. E' questa la storia di D. L. 43 anni badante rumena residente a Torrice.
Una ragazza emigrata in Italia e residente a Frosinone da tempo che ad un certo punto si offre ed ottiene di occuparsi di un anziano Sebastiano A., settantenne pensionato e residente nello stesso paese.

Sebastiano, benestante con due pensioni, nel 2016 decide di aprire le porte della propria casa, concedendola in comodato d'uso alla badante rumena con tanto di figlia. Un'assistenza che però, secondo i familiari, si era ben presto trasformata in un interesse economico spiccato. I familiari dell'anziano (una figlia e due nipoti) di questo se ne erano ampiamente accorti ed anzi temevano per la salute del proprio caro che secondo loro non era assistito neppure a dovere. La storia del procedimento giudiziario ha inizio il 22 giugno 2018 quando l'anziano, per problemi di salute, viene ricoverato in ospedale.

LA RICOSTRUZIONE

In questa occasione la badante viene a contatto con i figli e i parenti di Sebastiano. Secondo la rumena in ospedale M.G.A. parente dell'anziano, per impedirle di far visita all'uomo avrebbe usato violenza con schiaffi e spinte allo sterno. Una goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e che ha portato la rumena a denunciare alcuni parenti del pensionato per condotte violente, minacciose e molestie (anche ai danni della propria figlia) e che le avrebbero cagionato una perdurante e grave stato di ansia e paura. Così decide di sporgere denuncia con l'accusa di stalking. Si apre il procedimento giudiziario che si è concluso giovedì scorso con la piena assoluzione dei tre parenti di Sebastiano con la motivazione del giudice che «i fatti non costituiscono reato».

LA RISPOSTA

I parenti di Sebastiano, però a loro volta erano passati al contrattacco accusando la rumena di circonvenzione di incapace. Sebastiano infatti, pur non essendo certificato interdetto o incapace, oltre ad avere un'età avanzata soffriva di una patologia diabetica che lo aveva portato anche all'amputazione delle dita di piede con conseguente depressione sino alla morte avvenuta nel 2019. Secondo i familiari dell'uomo, la badante, approfittando di questo stato emotivo dell'anziano, avrebbe indotto Sebastiano a compiere atti di disposizione patrimoniale sottoscrivendo diversi finanziamenti presso la banca Unicredit e Poste Italiane per poi farsi consegnare circa 10 mila euro accertati. A ciò andrebbero aggiunte nel corso degli anni diverse somme prelevate sia con la presenza dell'anziano stesso sia in maniera autonoma grazie alla piena disponibilità del bancomat con tanto di codice segreto per eseguire direttamente ed in maniera autonoma le operazioni di prelievo contante presso gli sportelli Atm. Sebastiano era un pensionato benestante e la ragazza rumena avrebbe disposto di questo patrimonio a suo beneficio. Ciò sarebbe avvenuto in due anni dal 2016 al 2018 per importi, sempre secondo l'accusa, molto più consistenti rispetto a quelli emersi nel corso dell'indagine ma solo in parte dimostrabili. Tra l'altro la badante aveva anche accusato l'anziano di non avergli corrisposto una cifra di 10 mila euro, frutto del suo lavoro. Tesi confermata dallo stesso uomo.

L'ACCUSA

Sempre secondo i parenti, però, l'anziano avrebbe ammesso questa mancanza semplicemente perché era completamente soggiogato e sottomesso dalla giovane rumena. Così la badante, nel frattempo tornata con la figlia in Romania, è stata ora rinviata a giudizio con il processo che si terrà ad inizio febbraio. A difendere la figlia dell'anziano è l'avvocato Annalisa D'Annibale mentre per gli altri due parenti la difesa è sostenuta dall'avvocato Vincenzo Savo.
Gianpaolo Russo
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