«Non voglio vedere quel video fino». Ieri è tornata a casa Irene Savelloni, la 44enne di Supino (Frosinone) travolta insieme ai figli dall'Audi condotta da un cittadino marocchino che stava registrando una diretta video su social mentre sfrecciava a 160 all'ora.
LA FIGLI ANCORA IN OSPEDALE
Irene non se la sente ancora di parlare con i giornalisti, ma attraverso il suo legale, l'avvocato Cristina Corsi, racconta come sta vivendo questi momenti dopo la tragedia scampata. Non ha intenzione di guardare quel video per il quale lei e i suoi figli hanno rischiato di morire. Per lei significherebbe rivivere il dramma di quei momenti, quando sulla strada provinciale di Tecchiena si è vista piombare a addosso come un proiettile l'auto condotta da Abdelhafid El Idrissi, 30 anni, trovato con un tasso alcolemico tre volte superiore al consentito. Nel video che Ivan il Marocco, come il trentenne si fa chiamare sui social, si sentono anche le urla della donna che cerca di soccorrere la figlia più piccola rimasta incastrata nelle lamiere.
La bambina è ancora ricoverata all'ospedale "Bambino Gesù" di Roma, dove nei giorni scorsi è stata operata ad una spalla. In auto c'era anche il secondo figlio che invece è stato dimesso. Per lui fortunatamente solo frattura di un polso. La signora Irene si rifiuta anche di vedere la televisione e consultare Internet per paura di imbattersi nella notizia e soprattutto nella famigerata diretta social postata su Facebook dal 30enne.
«Lo guarderà solo se e quando sarà costretta per ragioni giudiziarie - fa sapere il legale della famiglia - Per ora il suo unico pensiero ora è per la bimba ricoverata ancora al Bambino Gesù dove si trova il padre. Con loro si sente più volte al giorno tramite cellulare. La donna ora chiede giustizia».